The Fa Cup- Semifinali

Saranno David Moyes e Guus Hiddink a giocarsi, inaspettatamente, il 30 maggio 2009 a Wembley un’inedita finale della 128° edizione della FA Cup, a seguito dei successi ottenuti in semifinale da Everton e Chelsea contro Man Utd ed Arsenal.

E’un altro scozzese, anch’egli glaswegiano, a portare quindi i Toffemen in finale dopo 14 anni di attesa (1-0 proprio al Man Utd, gol dell’ex barese Paul Rideout), interrompendo la rincorsa di Sir Alex Ferguson ad uno storico grande slam stagionale, con un successo, conquistato dopo i calci di rigore, fortemente voluto da un combattivo Everton dopo una partita lineare vissuta sul tatticismo dei 2 manager, nonostante il giovanissimo e aggressivo undici iniziale presentato dal Man Utd (con l’esordio da titolare per uno spaesato Federico Macheda), come consuetudine in FA Cup, da anni test sul campo per valutare i molti talenti prodotti nella florida Academy dei Red Devils.



Zero a zero il risultato al termine dei 120’ regolamentari, una prova di maturità per il team di David Moyes, realtà consolidata e ambiziosa che, fra pochi anni, potremo ritrovare stabilmente in Champions League, dotata di un buon bagaglio tecnico e di una solida difesa: se i più confidavano in un colpo risolutivo dell’avvelenato ex, Louis Saha, a decidere il match sono state le 2 parate di Tim Howard, predecessore di Edwin van der Sar, sui penalties orribilmente calciati da Dimitar Berbatov e Rio Ferdinand e la sfrontata decisione di Mike Riley di non concedere un rigore solare per fallo del nazionale Phil Jagielka ai danni del giovane Danny Welbeck, circostanza che ha scatenato le ire di Sir Alex Ferguson durante e dopo la gara, al pari delle disastrose condizioni del terreno di Wembley.



Resta l’impressione che un Man Utd diverso da quello proposto domenica, magari con Wayne Rooney, Dimitar Berbatov, Cristiano Ronaldo, Ryan Giggs, Paul Scholes, Patrice Evra, Michael Carrick, avrebbe potuto conquistare l’accesso alla finale, ma il turn-over programmato con largo anticipo da Sir Alex in vista dei ripetuti impegni di Champions e Premiership è arrivato ad un passo dall’obiettivo finale: sarebbe stato un giusto premio per i vari Ben Foster, Darren Gibson, i gemelli carioca Fabio e Rafael, Danny Welbeck e Jonathan Evans, che sicuramente vedremo tra i titolari nelle prossime stagioni.



Wembley Stadium, 19-04-2009 Man Utd- Everton 0-0 (2-4 d.c.r.)

Man Utd: Foster, Rafael Da Silva, Ferdinand, Vidic, Fabio Da Silva (Evra 63’), Welbeck, Gibson, Anderson, Park (Scholes 67’), Tevez, Macheda (Berbatov 91’).

Everton: Howard, Hibbert, Jagielka, Lescott, Baines, Osman, Neville, Fellaini (Vaughan 102’), Pienaar, Cahill, Saha (Rodwell 70’).

Rimane in corsa per il grande slam, invece, il Chelsea, su cui nessuno avrebbe scommesso prima dell’avvento di Guus Hiddink, protagonista del rinsaldamento di un organico sfaldato dalle decisioni di inizio anno di Luis Felipe Scolari, in particolare del man of the match Didier Drogba, che ha risolto l’incombenza al minuto 84. Partita scialba, anche in questo caso, tra le 2 londinesi, entrambe reduci dalle vittoriose fatiche europee infrasettimanali, schierate con formazioni pressochè titolari (nell’Arsenal fuori Samir Nasri , Andrey Arshavin, Alex Song per scelta tecnica e Manuel Almunia, infortunato), con i giovani Gunners protagonisti di un pessimo avvio, con il primo grave errore del portiere polacco Lukasz Fabianski rattoppato dal salvataggio sulla linea di Keiran Gibbs, ma coronato dal gol dell’ottimo Theo Walcott alla prima chance a disposizione.

La furiosa reazione dei Blues porta al pareggio di Florent Malouda, un altro rigenerato dalla cura olandese, che sorprende Lukasz Fabianski sul suo palo con una conclusione sicuramente non irresistibile, ed al palo colpito da un bel diagonale di Nicolas Anelka: nessuna risposta pervenuta dall’Arsenal, con gli acciaccati Emmanuel Adebayor e Robin van Persie tranquillamente immobili sul fronte offensivo, e a centrare la finale, quindi, provvede il solito asse Frank Lampard (assist) e Didier Drogba (aggiramento del portire e deposito in rete), quando è troppo tardi per i Gunners per abbozzare una qualsiasi reazione.

Continua la serie positiva di Guus Hiddink che, dati alla mano, ha fatto meglio di tutti i suoi predecessori nell’era Roman Abramovich: e se il Chelsea dovesse vincere tutto, cosa farebbe l’olandese, che seguita a dichiararsi provvisorio a Stamford Bridge e legato con stretti vincoli contrattuali alla nazionale russa?

Wembley Stadium, 18-04-2009

Arsenal: Fabianski, Eboue, Toure, Silvestre, Gibbs, Walcott, Fabregas, Diaby, Denilson (Nasri 86’), Van Persie (Arshavin 75’), Adebayor (Bendtner 83’).

Chelsea: Cech, Ivanovic, Alex, Terry, Ashley Cole, Ballack, Lampard, Essien, Malouda, Anelka (Kalou 82’), Drogba.

Goals: Walcott 18’ Malouda 33’, Drogba 84’.

Premiership- Giornata 33 Fermi i 4 top teams (martedì 21 recupero di lusso tra Liverpool e Arsenal), non ne approfitta lo sfiatato Aston Villa di Martin O’Neill, costretto al pareggio dall’ennesimo capolavoro (e con un po’ di fortuna…) di Gianfranco Zola con il suo West Ham, preso d’assalto per 80’ dagli avanti claret and blue, colpito da Emile Heskey in avvio (assist del redivivo James Milner), risparmiato da un clamoroso palo colpito da Ashley Young e dagli errori sotto misura del pachidermico John Carew e salvato da una fortuita deviazione dell’ex livornese Diego Tristan su conclusione sbilenca di Kieron Dyer: nel finale, gli Hammers cercano addirittura il successo con una pericolosa conclusione dell’ottimo Mark Noble, ottima la risposta in angolo di Brad Friedel.

Continua il terribile momento del Newcastle di Alan Shearer, sconfitto per 1-0 a White Hart Lane contro il Tottenham e ormai penultimo in classifica, con uno schieramento tattico discutibile (tre difensori centrali e Damien Duff terzino destro) e un attacco spuntato, nonostante i ritorni di Michael Owen (nettamente al di sotto dei suoi standard) e del carrarmato Mark Viduka, ma è Obafemi Martins a divorarsi le occasioni più favorevoli per i Magpies, a fronte di un Tottenham ordinato, con la manovra ben orchestrata da Tom Huddlestone e finalizzata dal solito Darren Bent (11° centro stagionale), nonostante il grave infortunio occorso al centrale Michael Dawson.

Successo fondamentale in chiave salvezza del Portsmouth di Paul Hart sul tranquillo Bolton (1-0), grazie al primo gol stagionale del nigeriano Nwankwo Kanu, con probabile carica commessa sul portiere ospite Jussi Jaaskelainen, a coronamento dei numerosi i tentativi dei Pompeys di conquistare i tre punti, in particolare con l’esterno Glen Johnson, nella circostanza schierato in posizione più avanzata del consueto, pericolosissimo nel primo tempo in un paio di occasioni, e con l’estro del croato Niko Kranjcar, costretto ad uscire nella ripresa per problemi ad un ginocchio in seguito ad un durissimo contrasto con Gavin McCann. Brutta prestazione per i Trotters, ormai stabilmente collocati a metà classifica, comunque vicini al gol nel primo tempo con la conclusione dello svedese Jonas Elmander.

Brodino per il Man City, con l’inutile successo per 4-2 sull’ormai derelitto , ad un passo dalla retrocessione in Championship, e ritorno alla rete dello svogliato Robinho, a secco dal 28 dicembre scorso, trascinato da un sontuoso Matthew Ireland (assist), coadiuvato dagli altri bomber di giornata Nedum Onuoha, Blumer Elano (penalty) e Daniel Sturridge: a nulla vale la doppietta del coraggioso Chris Brunt per i Baggies, penalizzati da una pessima difesa (63 gol subiti, la peggiore della Premiership) e da un centrocampo colabrodo. Per Mark Hughes, quasi certamente condannato al licenziamento a fine stagione, la consapevolezza di aver guidato una buona squadra, sulla carta, che, per vari motivi (le ambizioni di Robinho, gli infortuni di Valeri Bojinov e di Martin Petrov, fra gli altri), ha reso nettamente al di sotto allo standard, sulla base di quanto speso dal ricchissimo proprietario Sheikh Mansour per gli acquisti del già citato brasiliano (32,5 milioni di sterline) e dei vari Jo (19 milioni e ceduto in prestito all’Everton), Shaun Wright-Phillips (9 milioni), Pablo Zabaleta (6,5 milioni), Vincent Kompany (6 milioni), Tal Ben Haim (5 milioni), Nigel de Jong, Shay Given…

Vittoria-chiave anche per il Sunderland di Ricky Sbragia su un Hull City in caduta libera, 1-0 grazie alla rete di Djibril Cissè, legittimata dal legno colpito da Daryl Murphy con un bel destro a girare e dal gol annullato a Kenwyne Jones. Scarsa la reazione dei Tigers, sorprendentemente al secondo posto in classifica a metà del girone di andata, ora a soli 3 punti di margine dal Middlesbrough terzultimo e con l’ultimo match da giocare contro un Man Utd in lotta per il titolo, in particolare con Caleb Folan (ottima la parata del rientrante nazionale scozzese Craig Gordon) e Geovanni.

Nel fango anche il Blackburn di Sam Allardyce, specialista in salvezze, sconfitto 1-0 al Britannia Stadium di Stoke, grazie ad una splendida performance dell’irlandese Liam Lawrence, scuola Mansfield, autore anche del gol decisivo e di numerosi assist, sprecati da Ricardo Fuller, Rory Delap e James Beattie. Nulla in attacco da Benedict McCarthy, decisivo lo scorso anno nel settimo posto raggiunto dai Rovers, al pari dell’infortunato Roque Santa Cruz e di Morten Gamst-Pedersen (ancora a secco questa stagione), qualcosa di positivo dal senegalese El-Hadji Djouf, grande classe quando è in buona lena (raramente), ma zero gol per una squadra ora diciassettesima e allo sbando dopo una serie di buoni risultati, dopo la grave crisi di inizio anno: ora sarà durissima lotta con Hull City e con le nordiche Sunderland, Middlesbrough e Newcastle, per evitare la retrocessione in Championship.

Per finire, pareggio inutile tra Middlesbrough e Fulham (0-0), scosso da un palo colpito da Andrew Johnson e da un paio di iniziative di Sanli Tuncay e di Jeremie Aliadiére.

Classifica: Manchester United 71**; Liverpool 70*; Chelsea 67*; Arsenal 61*; Aston Villa 54; Everton 52; West Ham 45; Fulham 44; Tottenham 44; Wigan 41; Manchester City 41; Stoke City 39; Bolton 37; Portsmouth 37*; Sunderland 35; Hull 34; Blackburn 34; Middlesbrough 31; Newcastle 30; West Bromwich 25.

** Due partite in meno

* Una partita in meno

Marcatori

15 reti Nicolas Anelka (Chelsea)

15 reti Cristiano Ronaldo (Man Utd)

13 reti Steven Gerrard (Liverpool)

12 reti Kevin Davies (Bolton)

12 reti Gabriel Agbonlahor (Aston Villa)

12 reti Robinho (Man City)

12 reti Frank Lampard (Chelsea)

11 reti Peter Crouch (Portsmouth)

11 reti Darren Bent (Tottenham)

11 reti Fernando Torres (Liverpool)

10 reti Amr Zaki (Wigan)

10 reti Emmanuel Adebayor (Arsenal)

10 reti Djibril Cissé (Sunderland)

10 reti Matthew Taylor (Bolton)

Top 11:

1 Mark Schwarzer (Fulham)

2 Glen Johnson (Portsmouth)

3 Danny Higginbotham (Stoke City)

4 Tom Huddlestone (Tottenham)

5 Anton Ferdinand (Sunderland)

6 Sylvain Distin (Portsmouth)

7 El-Hadji Djouf (Blackburn)

8 Stephen Ireland (Man City)

9 Emil Heskey (Aston Villa)

10 Matthew Taylor (Bolton)

11 Liam Lawrence (Stoke City)

Flop 11:

1 David Robinson (Blackburn)

2 André Oojer (Blackburn)

3 Jlloyd Samuel (Bolton)

4 Steven Taylor (Newcastle)

5 James Collins (West Ham)

6 Fabrice Muamba (Bolton)

7 Simon Davies (Fulham)

8 Robert Koren (W.B.A.)

9 John Carew (Aston Villa)

10 Benedict McCarthy (Blackburn)

11 Graham Dorrans (W.B.A.)

Prossimo turno:

21 aprile 2009 Liverpool-Arsenal

22 aprile 2009 Chelsea-Everton

Man Utd- Portsmouth

25 aprile 2009 Bolton- Aston Villa

Everton- Man City

Fulham- Stoke

Hull City- Liverpool

Man Utd- Tottenham

W.B.A.- Sunderland

West Ham- Chelsea

26 aprile 2009 Arsenal- Middlesbrough

Blackburn Rovers- Wigan

27 aprile 2009 Newcastle- Portsmouth