Qualche vecchio tifoso granata alla domanda chi è Paolo Pulici risponderebbe: «Pulici è il Torino». Con lui, in questo intervista rilasciato in esclusiva a ilsussidiario.net, abbiamo voluto analizzare la situazione della squadra e della società, i limiti e la bravura di Camolese. Con una ferita che si porta dentro:«Vedo la Juve giocare da Toro e il mio Toro invece no…».



Il Torino è in crisi. Si cambiano dirigenti, allenatori, ma la rotta è sempre la stessa…

Il problema fondamentale credo che sia questo: la squadra sembra essere stata fatta dalla dirigenza senza tenere conto delle esigenze dell’allenatore. Spesso vediamo squadre formate a tavolino, senza vedere le reali necessità del tecnico. Se un allenatore chiede un giocatore e gliene viene dato un altro, si trova costretto ad andare avanti lo stesso con quello che c’è. Poi se le cose vanno male è l’allenatore stesso a pagarne le conseguenze, ma l’errore era stato fatto in precedenza…



Bianchi-Amoruso con Rosina di supporto teoricamente è un attacco fortissimo, anche a centrocampo, i nomi ci sono…

Evidentemente c’è stata qualche valutazione sbagliata. Ai miei tempi un giocatore era considerato valido solo dopo un certo numero di anni a buon livello in serie A. Oggi basta fare una grande partita per avere l’etichetta del fenomeno. E chi deve spingere i giocatori, penso ai procuratori, soffia sul fuoco… Poi però si scopre che il ragazzo non è all’altezza della situazione…

Prendiamo Bianchi come esempio: ha cambiato tante squadre in pochi anni. Viene da pensare che ci sia qualcosa che non va. Certo la mia è solo una supposizione, ma fa capire che il Toro forse ha sbagliato i conti. Le situazioni e i giocatori vanno valutati dalla A alla Z…



Cairo di soldi comunque ne ha investiti, anche più di squadre come l’Atalanta che però hanno risultati ben differenti…

Attenzione, l’Atalanta è un caso a parte: può giocare anche per retrocedere perché comunque ha dietro un settore giovanile forte. Il Toro adesso non ha un settore giovanile su cui contare. E’ come tante società che vanno a cercare i giocatori in altre squadre, e quando fai così hai l’handicap di non sapere mai cosa trovi, cosa ti danno.

Si dice che il Toro stia investendo molto nello scouting, avrebbe visionare migliaia di dvd di giocatori. Ma quindi la strada da percorrere è quella opposta?

Certo, io posso vedere tutti i dvd che voglio, il problema è che chi fa il dvd non mette certo gli errori, mette solo le giocate migliori. Non ci si può affidare ad un sistema del genere. Qui si sta parlando di una squadra di Serie A con una storia alle spalle molto importante.

Pulici dirigente del Toro, ci ha mai pensato?

Nessuna mi ha mai fatto una proposta di collaborazione…

Ma se Cairo o Foschi la chiamassero e le proponessero di costruire il settore giovanile?

Costruire… bella questa parola. Vorrebbe dire ammettere di aver sbagliato le cose e ricominciare da capo…

C’è chi pensa che paradossalmente sia meglio retrocedere, rifondare tutto partendo da Camolese con un progetto serio e di lungo periodo. Come la vede?

Se il discorso viene fatto seriamente dall’inizio alla fine lo si può tenere in considerazione, ma partendo dalla A. Il Toro deve salvarsi, a quel punto si può dire: ok, abbiamo fatto degli errori, capiamoli e risolviamo quello che non va.

Da tifoso granata, cosa si sente di dire ai tifosi che hanno visto un’altra stagione deludente?

A settembre c’era addirittura chi parlava di Coppa Uefa, ma per arrivare in Europa bisogna giocare in un altro modo: in un’altra intervista ho detto che la cosa che mi fa più male non è vedere il Toro in basso in classifica, ma è vedere la Juve giocare da Toro e il Toro no.

Per un tifoso, per uno che ha indossato quella maglietta questa è la cosa peggiore. Non so neanche come definirla…

Amarezza?

E’ molto di più. L’amarezza c’è quando qualcosa non funziona e che non riusciamo a far funzionare. Qui siamo a un punto in cui bisogna mettersi le mani nei capelli.

Un ricordo di Camolese

E’ un ragazzo posato, sempre disponibile, sempre pronto ad aiutare. Dalla sua ha una certa esperienza, anche con il Toro, se lo lasciano lavorare in pace otterrà risultati.

E’ stata una scelta condivisibile quindi…

Per i tifosi almeno è un punto di riferimento. Lo conoscono e si fidano. Lui sa cosa vuol dire allenare il Toro, bisogna sperare che riesca a fare tutto quella che si prefigge.

Secondo lei su cosa sta lavorando di più Camolese? Cosa dice un allenatore del Toro in queste momento?

Penso che Camola abbia potuto lavorare psicologicamente sui ragazzi cercando di sviluppare quella “voglia di Toro” che lui ha di sicuro addosso, perché l’ha provata sulla sua pelle. Sperando che i ragazzi lo ascoltino…

Domenica vedrà la partita?

Sarò a trovare un amico. In sottofondo il Toro ci sarà di sicuro. E’ difficile non seguire la partita dopo tutti gli anni passati in quella società, a quei livelli, con quella maglia addosso, con tutti quei tifosi che ancora oggi mi sono vicini.

Quando c’è il cuore…

Il calcio di una volta era più “forte” perché si era veramente attaccati a queste magliette…