Premiership– Giornata 31
Rimane tutto invariato nelle prime quattro posizioni, ma vittorie tutt’altro che agevoli per le prime due della classe, con il 17enne italiano del Man Utd Federico Macheda, scuola Lazio, inaspettato protagonista di una giornata che vede la conferma delle ottime stagioni di Everton e West Ham e il tracollo delle compagini del nord del paese, Newcastle su tutte.
Federico “Kiko” Macheda, classe ’91, prelevato nel 2007 dalla formazione Allievi della Lazio, attaccante dal buon fisico e dalla ottima tecnica individuale: questa la descrizione del crack della giornata, che con un superbo gol al 90’ permette al Man Utd di superare un combattivo Aston Villa e di conservare il vertice della classifica, assediato dai successi del sabato di Liverpool e Chelsea.
E’ il ragazzino italiano, subentrato allo spento Nani, a decidere una gara destinata al pareggio, dopo la doppietta di Cristiano Ronaldo annullata dai gol di John Carew e Gabriel Agbonlahor, che approfittano di un’insolita quanto distratta difesa dei Red Devils (linea centrale Johnny Evans- John O’Shea), con un impresentabile Gary Neville travolto dalle folate dell’incontenibile Gabriel Agbonlahor, ben servito da un Gareth Barry in forma nazionale; come di consueto, il Man Utd replica con il suo formidabile gioco offensivo, nonostante il turn-over in vista Champions, che crea costantemente chances per i vari Cristiano Ronaldo, Carlos Tevez e Ryan Giggs. Onore ai Villains, comunque, che dicono addio alla zona Champions (Arsenal a – 6 e all’apice della forma), ma ritrovano gioco e fiducia per chiudere al meglio una buona stagione.
Vittoria al fotofinish anche per il Liverpool, con il solito Yossi Benayoun (quarto gol decisivo negli ultimi 2 mesi), subentrato a Dirk Kuyt, a decidere al 90’ con una conclusione dal limite un match stregato per i Reds, che colpiscono 4 legni (2 con Andrea Dossena, schierato da ala sinistra, Xabi Alonso e Fernando Torres) contro uno sterile Fulham, lontanissimo da quello vittorioso 2 settimane fa contro il Man Utd, in cui Roy Hodgson si preoccupa principalmente di ingabbiare Steven Gerrard, lasciando le punte isolate, preda della ferocia agonistica del sempre ottimo Martin Skrtel. La tattica del manager di Croydon sortisce effetti nel primo tempo solo per la sfortuna e l’imprecisione dei Reds che, però, come spesso accade in Premiership, consumano preziose energie e nella ripresa si trovano sfiatati, ma vengono salvati dalla voleé dell’esterno israeliano, che scatena i festeggiamenti di Rafael Benitez e soci per un primo posto solitario, durato solo fino a domenica pomeriggio.
Riprende, intanto, dopo la sconfitta di White Hart Lane, la marcia del Chelsea di Guus Hiddink, vittorioso 0-2 a St James’Park contro un Newcastle che, sfavorito dal calendario, vede sempre più vicina una clamorosa retrocessione in Championship a distanza di 17 anni. A nulla vale il ritorno sulla panchina dei Magpies del mito Alan Shearer, 206 gol con la maglia bianconera, affiancato dall’ex manager del Q.P.R. Iain Dowie, contro un Chelsea di ben altra caratura, che approfitta con Frank Lampard e Florent Malouda delle clamorose ingenuità difensive della coppia Fabricio Coloccini (pessima la sua stagione, incomprensibile la sua buona fama) e Habib Beye.
Fantastica l’atmosfera preparata dai tifosi Geordies per accogliere il loro antico capitano, leader di una squadra capace di due secondi, un terzo e un quarto posto a cavallo dei due secoli, ma la rosa attuale non corrisponde agli antichi fasti, con la coppia d’attacco Michael Owen-Obafemi Martins pericolosa in un paio di occasioni (dubbio salvataggio sulla linea di Ashley Cole sul Wonderboy, la palla sembra fosse oltre la linea di porta), ma a squadra già travolta dalla prestanza di Michael Essien e dalla tecnica del proprio capitano, che nel finale prova a dilagare ma incappa in un buon Steve Harper; Blues in ottimo stato di forma, quindi, in vista della sfida tutta inglese di mercoledì contro il Liverpool, che in campionato dista solo 3 punti.
Il ritorno di Francesc Fabregas ed Emmanuel Adebayor, insieme alle ottime performances di Andrey Arshavin, ha un peso specifico enorme per l’Arsenal di Arséne Wenger, soprattutto in chiave europea, ma intanto è fondamentale per il successo per 2-0 ottenuto contro uno spento Man City, affossato dalla doppietta del togolese, ben assistito dal capitano, e pericoloso solo con un palo colpito dallo svizzero Gelson Fernandes. 17esimo risultato utile consecutivo per i biancorossi (ultima sconfitta proprio al City of Manchester Stadium, 3-0 all’andata), e buona prova complessiva per i giovani Gunners, in particolare per Alexandre Song e l’altro rientrante Theo Walcott, con gara chiusa nei primi minuti dei due tempi, e avversari incapaci di imbastire manovre pericolose, colpa di un Robinho irriconoscibile e svogliato: brutte notizie per l’ormai sconsolato Mark Hughes, destinato a lasciare a fine stagione per un manager più titolato (Roberto Mancini?) e condannato ad un mediocre campionato di metà classifica, senza speranze UEFA.
Arsenal ormai stabilmente quarto, a meno 6 punti dal Chelsea, e possibile mina vagante per le altre tre grandi, soprattutto in seguito al recupero di alcuni già citati uomini-chiave.
Nelle altre partite:
Prosegue la marcia UEFA dell’Everton di David Moyes, che schianta 4-0 il povero Wigan con le reti del brasiliano Jo (doppietta), Marouane Fellaini e dell’ottimo Leon Osman, con una prestazione che rispecchia la stagione dei Blues, squadra interessante con un ottimo potenziale tra centrocampo e attacco (nomi come Tim Cahill, Mikel Arteta, ora infortunato, Stephen Pienaar, Louis Saha, Neri Castillo e i già citati) e una buona difesa, con un gioco molto “europeo” e forte motivazioni; tutto il contrario del Wigan, privo dell’egiziano Amr Zaki, sparito in patria dopo una partita con la nazionale per la furia del proprio manager Steve Bruce, e poco affamato in virtù di un sicuro ottavo posto.
I miracoli di Gianfranco Zola alla guida del West Ham Utd non hanno fine: significativo il successo per 2-0 contro un Sunderland invischiato nella lotta per non retrocedere perchè, nonostante la decina di assenze tra i titolari (ultime quelle di Scott Parker e di Carlton Cole), a decidere sono i primi gol in Premier dei babies Junior Stanislas e James Tomkins, con parecchie occasioni sventate da Craig Gordon (ottimo David di Michele), a fronte di 2 palle gol sprecate dal solo Grant Leadbitter per i Black Cats. I ragazzi del Nord di Londra, ora, sono a 7 punti da un posto UEFA, impresa che pareva impossibile a inizio stagione, dato il risicato budget imposto dai chairmen islandesi.
Notevole anche la vittoria del Bolton di Gary Megson, 4-0 su un Middlesbrough seriamente indicato per la retrocessione e in aperta crisi di gioco e risultati, atterrato dalle reti del bomber Kevin Davies (record personale a quota 12 reti), del difensore Matt Cahill, di Matthew Taylor e di Ricardo Gardner.
Fondamentale il successo del Blackburn contro il Tottenham di Harry Redknapp (2-1), in vantaggio con un rigore del capitano Robbie Keane, prima di rimanere in 10 (espulso l’honduregno Wilson Palacios) e di vedersi superare dalle reti di Benedict McCarthy e dell’olandese André Oojer.
Pareggio a reti bianche al KC Stadium tra Hull City e un Portsmouth penalizzato dall’ingiusta espulsione di Glen Johnson ma pericoloso con David Nugent e Peter Crouch, caricato dal ritorno al gol in nazionale contro l’Ucraina.
Primo e fondamentale acuto esterno per lo Stoke City, vittorioso 0-2 al The Hawthorns contro il ., sempre più ultimo in graduatoria, con i gol di Ricardo Fuller e del redivivo James Beattie.
Classifica: Manchester United 68*; Liverpool 67; Chelsea 64; Arsenal 58; Aston Villa 52; Everton 51; West Ham 44; Wigan 41; Fulham 40; Manchester City 38; Tottenham 38; Bolton 37; Stoke City 35; Hull 34; Blackburn 34; Portsmouth 33*; Sunderland 32; Newcastle 29; Middlesbrough 27; West Bromwich 24; * Una partita in meno
Marcatori
15 reti Nicolas Anelka (Chelsea)
15 reti Cristiano Ronaldo (Man Utd)
13 reti Steven Gerrard (Liverpool)
12 reti Kevin Davies (Bolton)
11 reti Robinho (Man City)
11 reti Peter Crouch (Portsmouth)
11 reti Gabriel Agbonlahor (Aston Villa)
11 reti Frank Lampard (Chelsea)
10 reti Amr Zaki (Wigan)
10 reti Darren Bent (Tottenham)
10 reti Emmanuel Adebayor (Arsenal)
9 reti Fernando Torres (Liverpool)
9 reti Djibril Cissé (Sunderland)
9 reti Carlton Cole (West Ham)
9 reti Jermaine Defoe (Portsmouth-Tottenham)
9 reti Robin van Persie (Arsenal) 9 reti Wayne Rooney (Man Utd)
Top 11:
1 David James (Portsmouth)
2 Bakari Sagna (Arsenal)
3 Andrew Cole (Chelsea)
4Martin Skrtel (Liverpool)
5 James Tomkins (West Ham)
6 Frank Lampard (Chelsea)
7 Cristiano Ronaldo (Man Utd)
8 Francesc Fabregas (Arsenal)
9 Jo (Everton)
10 Emmanuel Adebayor (Arsenal)
11 Federico Macheda (Man Utd)
Flop 11:
1 Heurelio Gomes (Tottenham)
2 Gary Neville (Man Utd)
3 Andrew Taylor (Middlesbrough)
4 Fabricio Coloccini (Newcastle)
5 Titus Bramble (Wigan)
6 Michael Brown (Wigan)
7 Jonathan Greening (W.B.A.)
8 Wilson Palacios (Tottenham)
9 Jason Roberts (Blackburn)
10 Jeremie Aliadiere (Middlesbrough)
11 Chris Brunt (W.B.A.)