Riceviamo e pubblichiamo questa lettera della redazione di sito di controinformazione e analisi sul mondo bianconero, che annovera tra i suoi collaboratori un nutrito gruppo di piccoli azionisti della Juventus.

Caro Direttore,

Si è svolta ieri un’altra udienza del Processo Calciopoli dedicato a coloro che hanno chiesto il rito abbreviato. E’ stato il turno dell’accusa, che, davanti al giudice Edoardo De Gregorio, ha concluso la sua requisitoria, durata complessivamente oltre 12 ore, formulando pesanti richieste di condanna. Per l’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, la richiesta è stata di 5 anni. I pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice hanno esaminato anche la posizione di Tullio Lanese, per il quale la richiesta è di 2 anni di reclusione come per Stefano Cassarà, Paolo Dondarini e Marco Gabriele. Tre anni e sei mesi la pena sollecitata per Tiziano Pieri, 3 per Duccio Baglioni. Un anno e quattro mesi la richiesta per Gianluca Rocchi e Domenico Messina. Un anno per Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli.



Una requisitoria chilometrica che è durata ben cinque udienze nelle quali i pm hanno tentato di sostenere un quadro accusatorio a dire il vero abbastanza scricchiolante. L’ultima fase dell’intervento del pm Narducci è stata movimentata da un duro battibecco fra il magistrato e l’avvocato Gaetano Scalise, difensore dell’arbitro Gabriele. Motivo della discussione una infelice uscita di Narducci che ha parlato di “combriccola romana” suscitando il disappunto di Scaise per il riferimento ad una vicenda, quella GEA ormai archiviata. La durezza dello scontro e’ stata tale da far diventare necessario l’intervento del Giudice De Gregorio che ha invitato i contendenti a mantenere un atteggiamento più consono alle aule di un Tribunale, arrivando perfino a sospendere brevemente l’udienza. Prossima udienza il 4 di giugno. La parola passa alla difesa, per quella che sarà una lunga arringa che cercherà di rintuzzare le accuse dei PM Beatrice e Narducci. Se non ci saranno intoppi la sentenza e’ prevista per fine ottobre.



E’ importante sottolineare a beneficio dei lettori meno “avvezzi” ai codici legali che le richieste di oggi non sono assolutamente sentenze di condanna. Lo ribadiamo perché alcuni organi di informazione spesso dimenticano di sottolineare in maniera sufficientemente chiara che in Italia, patria del diritto, nessun imputato è colpevole fino all’emanazione di una sentenza definitiva.

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