Sicuramente alla fine Carlo Ancelotti andrà al Chelsea e Silvio Berlusconipotrà scegliere il nuovo allenatore del Milan tra Marco Van Basten, Frank Rijkard, Luciano Spalletti o Leonardo. Però questa faccenda delle accuse a mezzo stampa contro l’allenatore reo di non far giocare i palleggiatori compromettendo così l’esito del campionato ha qualcosa di strano in sé. Pensateci. Il presidente è in Egitto, viaggio diplomatico. A sera fatta, va in discoteca e si intrattiene con i connazionali adoranti. Parla di calcio tra un flute di champagne e l’altro, fa battute, racconta barzellette, poi l’assalto all’arma bianca contro il tecnico rossonero. E, casualmente, a raccogliere tale sfogo c’è soltanto Repubblica, nonostante tutti i principali quotidiani e agenzie di stampa avessero lì un inviato. Brava Repubblica. Lo stesso giornale che ha fatto esplodere il caso Lario fino a giungere alla richiesta di divorzio poiché la signora non può stare «con un uomo che va con le minorenni». Strano, molto strano. Quindi, delle duel’una. O Repubblica ha un radar per gli scoop di casa Berlusconi oppure rischia di aver ingoiato una grossa poison pill, la classica polpetta avvelenata.



Domenica, infatti, il Milan incontra l’Udinese e una vittoria significherebbe matematica certezza di essere direttamente nella prossima Champions League. Quindi, ritorno al calcio che conta e, soprattutto, soldi. Non so come mai ma ho la forte sensazione che se i rossoneri taglieranno questo traguardo, il presidente del Consiglio rinnoverà en-plein-air la fiducia al tecnico, ricordando la sua storica appartenenza alla famiglia rossonera e bollerà come bugie le illazioni di Repubblica. Ha già cominciato a lavorare in tal senso: prima Galliani che riporta le parole del premier, definitosi «caduto dalle nuvole» rispetto alle affermazioni del quotidiano diretto da Ezio Mauro e poi la nota ufficiale di Palazzo Chigi di oggi che denunciava «una campagna denigratoria» contro il primo ministro e «la strumentalizzazione di vicende private», fino ad arrivare alle dichiarazinoni dello stesso Berlusconi che poche ore fa ha detto in prima persona di «Cadere dalle nuvole».



Qualcosa bolle in pentola. L’effetto mediatico appare perfetto e il timing, in vista della sempre più vicina partita con l’Udinese, da genio della comunicazione. Già, perché con il caso Lario sceso pesantemente di tono e attualità, il premier ha in questo momento la possibilità di attaccare il sigillo di bugiardo sulla prima pagina di Repubblica, ottenendo un effetto spin rispetto anche alla più grave e seria vicenda del divorzio. Insomma, se mentono su Ancelotti come vi ho dimostrato confermandolo, state certi che hanno mentito anche sulla mia vita personale. L’opinione pubblica, si sa, è facilmente manipolabile. E tutto si può dire al premier ma non che non sappia utilizzare i media.



D’altronde, il prezzo del divorzio sarebbe alto. Il patrimonio di Berlusconi è stimato in 6,5 miliardi di dollari: 3 miliardi in azioni Mediaset, Mondadori e Mediolanum; tre fra liquidità e riserve in Fininvest; 500 milioni nelle holding personali. Veronica Lario, di suo, attraverso la finanziaria Il Poggio controlla immobili a Milano, Londra, Olbia e New York: è, come si dice volgarmente, a posto. Non lotta per sé e per i soldi come fece Irina, l’ex moglie di Roman Abramovic che ottenne 8 miliardi per il divorzio, lo fa per i tre figli avuti dal matrimonio con il premier. I quali nel 2005 hanno ottenuto ognuno il 7 per cento di azioni Mediaset ma ora, cresciuti, vedono la strada dell’azienda di famiglia blindata saldamente dai fratellastri: Piersilvio a capo di Fininvest e Marina a capo di Mondadori. La lotta di Veronica Lario, ora, è per l’eredità dell’impero: lei la vorrebbe divisa equamente, ovvero il 20 per cento ad ognuno dei cinque figli mentre Silvio Berlusconi intende garantire il 50 per cento a Marina e Piersilvio e il rimanente 50 per cento tra Luigi, Barbara ed Eleonora. Le quali, nel 2004, dichiararono candidamente che se avessero avuto voce in capitolo avrebbero venduto le tv di famiglia a Rupert Murdoch il giorno dopo. Non un bel viatico per il futuro.

Che infatti Berlusconi vorrebbe scongiurare garantendo ai due figli avuti dall matrimonio con Carla Dall’Oglio il potere di controllo e di veto. Insomma, una questione un po’ più seria di una panchina calcistica traballante. Ma si sa, calcio e corna sono il pane del gossip in Italia, ciò che la gente vuole e chiede (purtroppo): se dopo l’eventuale vittoria contro l’Udinese, Silvio Berlusconi benedirà Carletto Ancelotti facendo partire una delle sue offensive mediatiche – come sembra già in queste ore – il gioco sarà fatto.Altrimenti, metteremo da parte le dietrologie e guardaremo l’allenatoredel Milan preparare le valige per Londra. E’ solo calcio, in fondo. Ma sottende qualcosa di molto più serio.