Domenica nel finale ogni volta che toccava il pallone Paolo Cannavaro riceve una bordata di fischi. Nessuno dei suoi compagni, nemmeno chi aveva dimostrato una prestazione ben peggiore della sua, aveva ricevuto un trattamento simile. Lui il capitano del Napoli, napoletano e primo tifoso degli azzurri, era rimasto ferito dal trattamento, tanto, come le immagini di Sky ci raccontavano, più di una volta ha indicato lo stemma della società, stampato sulla maglietta, quasi a voler dire: «Ma voi siete nel mio cuore».



E oggi scrive una lunga lettera attraverso il sito ufficiale della società. «Cari tifosi azzurri,ho deciso di scrivere queste poche ma sentite righe per manifestare la mia amarezza in seguito all’episodio che mi ha visto, mio malgrado, protagonista domenica scorsa al San Paolo. Sono molto addolorato per la contestazione che è stata rivolta nei miei confronti. Non credo di meritare quei fischi né tanto meno un simile atteggiamento da parte vostra. Non ho mai avuto in passato alcun gesto irrispettoso verso il pubblico ed ho sempre accettato ogni tipo di critica. Avete diritto di applaudire quando si vince e la libertà di fischiare quando le cose non vanno bene. Così come è giusto contestare un errore o una brutta prestazione ma non posso accettare di essere il bersaglio di un accanimento che ritengo frutto di un inspiegabile pregiudizio».



Continua il capitano del Napoli. «Riconoscete tutti il mio amore verso questa maglia. Non ho bisogno di dirvi quanto significhino per me Napoli ed il Napoli. Ho sempre dato tutto per i colori azzurri e mi sono sempre esposto dentro e fuori dal campo per testimoniare l’ infinita passione verso la mia città. Chi mi conosce bene, a cominciare dai miei compagni, sa quale professionalità e quali valori morali abbiano ispirato e contraddistinto da sempre la mia carriera calcistica. Quando sono tornato a Napoli, non solo ho sposato un progetto, ma ho coronato un sogno e abbracciato la mia più grande ambizione: vincere con la squadra del mio cuore. Porto ancora oggi addosso i brividi sentiti nel giorno della promozione in Serie A. E proprio nella gioia di quei momenti indimenticabili ho capito ancor di più che per me questa non è una semplice maglia, ma una seconda pelle. Questo messaggio che rivolgo a voi è un modo per manifestare ulteriormente i miei sentimenti e l’affetto che mi lega a quella che per sempre sentirò come la “mia” gente. Da napoletano e da primo tifoso del Napoli, quale mi ritengo, darò sempre il massimo per la nostra causa. E vorrei poterlo fare condividendo con voi la gioia, la sofferenza, la passione, i sacrifici, le emozioni e l’amore per la nostra straordinaria città. Giocare per la maglia azzurra è tutta la mia vita». Con una chiusura secca e lapidaria: «Orgoglioso di essere napoletano, Paolo Cannavaro».

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