Il triste epilogo che ha segnato la telenovela di Ranieri alla Juve ha lasciato tutti gli addetti ai lavori un po’ perplessi. Fra questi c’è senza dubbio anche Luciano Moggi, che non ha dimenticato il suo passato juventino. In questa intervista concessa in esclusiva a ilsussidiario.net l’ex re del mercato prende le difese di Ranieri, «capro espiatorio di tutto», e attacca la società, rea di non aver fatto quadrato attorno al tecnico romano nei momenti difficili. Moggi sostiene che con lui non si sarebbe arrivati a questa situazione. Difficile dargli torto. Lo stile Juventus è stato riposto per un attimo in soffitta. La società ha dimostrato una volta di più le sue carenze gestionali prima nell’alimentare la notizia di un incontro con Lippi e poi nello smentire l’accaduto con poca convinzione. Moggi rivela anche le sue impressioni sui possibili movimenti in uscita: il triangolo Milan, Juve e Roma porterebbe Spalletti alla Juventus, Gasperini (scuola Juve) al Milan e Ancelotti alla Roma. Nella capitale i tifosi di fede giallorossa sono spaventati dalle voci attorno al futuro del club con due imprenditori (Francesco Angelini e Giampaolo Angelucci) pronti a subentrare alla famiglia Sensi. I tifosi nerazzurri possono, invece, stare tranquilli: Ibra non si muove da Milano. E su Ferrara? Appare una soluzione temporanea, ma sicuramente ha le caratteristiche giuste per essere un buon allenatore.
Ranieri ha finito anzitempo la sua carriera alla Juve. Se lo aspettava?
La paura fa 90 e a volte qualcosa di più.
Come scusi?
La paura di perdere il 3° posto ha influito sulla scelta di esonerare Ranieri. Terzo posto significa non fare i preliminari di Champions. Questo aiuterebbe non solo a programmare meglio la stagione, ma anche a non correre il rischio di affrontare subito squadre blasonate come Arsenal o Valencia. Certo la decisione non era nelle abitudini della Juve.
E pensare che lo “stile Juve” è portato avanti ancora dai giovani rampolli della famiglia Agnelli…
Non so se anch’io avrei preso la stessa decisione. Posso solo dire che con me non si sarebbe mai arrivati a questa situazione. L’allenatore veniva aiutato e non abbandonato. Ranieri era un po’ come Coppi: un uomo solo al comando. Ha disputato un campionato positivo, in poco tempo però è diventato il capro espiatorio di tutti.
Cosa avrebbe dovuto fare la dirigenza?
Non conosco bene la situazione interna. In passato io ho sempre tenuto d’occhio lo spogliatoio, facendo in modo che tutti gli allenatori fossero rispettati dallo spogliatoio stesso. Con me non sarebbe capitato.
La decisione di allontanare Ranieri è sembrata tardiva…
Il motivo vero (la paura) non giustifica la scelta. La paura era tante ed è reale perché la Fiorentina è distanziata di un solo punto. Tutto può succedere, anche per il secondo posto non è ancora detta l’ultima parola.
C’è chi nella panchina a Ferrara intravede il ritorno di Lippi. Cosa ne pensa?
Ferrara è una soluzione tampone. Ciro ha qualità ed è carismatico: può fare sicuramente bene come allenatore. Non penso, però, che resti.
In queste ore tiene banco il toto allenatore. Milan, Juve e Roma sono pronte a cambiare?
Sul Milan leggo in continuazione il nome di Van Basten, ma io resto dell’idea che il prossimo allenatore sia Gasperini. Se Spalletti, invece, si muove da Roma finisce alla Juventus.
E Ancelotti?
Le mie sono solo impressioni, da non confondere con le certezze. Ancelotti può sostituire Spalletti a Roma. Nella capitale ha lasciato un buon ricordo come giocatore e sicuramente valuterebbe una proposta.
Il tecnico del Milan arriva anche se la Roma sembra prossima alla cessione?
La famiglia Sensi resta. Non ci sono dubbi. Comunque Ancelotti è legato alla Roma.
Cosa ci può dire, invece, del futuro di Ibrahimovic?
Con certezza (in questo caso posso dirlo) Ibra resta all’Inter.
(Luciano Zanardini)