Paolo Maldini ritorna sulla polemica di domenica scorsa, quando, durante il giro d’onore per l’ultima a San Siro, alcuni supporters della Curva Sud hanno esposto uno striscione polemico all’indirizzo del giocatore. «Non lo so perché mi hanno rovinato la festa, davvero non lo so – le parole di Maldini alla Gazzetta dello Sport – ho sempre avuto un comportamento lineare, seguendo i miei ideali e rispettando tutti. Non ho frequentato gli ambienti dei tifosi, ma non per snobismo: per il cognome che porto ho sempre dovuto dimostrare qualcosa. E allora ho voluto essere giudicato solo per quello che davo in campo: c’è chi la può vedere come forma di rispetto verso l’ambiente e la società e chi invece interpreta questo atteggiamento come uno sgarbo nei suoi confronti». Il capitano rossonero mostra quindi tutta la sua amarezza verso la mancata reazione della società: «Mi ha deluso il silenzio della società: non mi è piaciuto che non abbia preso posizione. Non c’è stato neanche un commento: dal presidente in giù, nessun dirigente ha detto una parola. Io sarò un idealista, ma credo che una società come il Milan si debba dissociare da certi episodi». Poi Maldini ha continuato: «La mia è stata una reazione istintiva, e quindi forse sbagliata. Ma è stata dettata dal momento: io ero un uomo ferito. Non ho avuto la possibilità di pensare: è stata una risposta a un’azione premeditata da giorni, mesi e forse anni. Io sono un uomo con sentimenti e debolezze».
Ma poco fa, è arrivata la risposta di Adriano Galliani, che tramite una lettera pubblicata sul sito ufficiale del Milan ha spiegato: «Ho letto la tua intervista e capisco la tua amarezza: sono sotto scorta, come sai, da due anni proprio a causa dei comportamenti di quelle persone che ti hanno contestato. Sono stato io a prendere la decisione di tacere: non solo perché mi è stato consigliato, ma soprattutto perché ho ritenuto, e tuttora ritengo, che il silenzio sia l’arma più efficace per non dare ulteriore spazio a condotte quali quelle di domenica».