Venerdì 29 maggio 2009, 19a tappa del Giro d’Italia del centenario, ultimo arrivo in salita. Di Luca-Menchov, atto V, tante sono le volte in cui i due corridori si sono sfidati in un faccia a faccia diretto su una salita finale. Ha vinto Sastre, in 4 ore 33′ e 23”. Secondo Pellizzotti a 20”, ma ormai il Giro è di Menchov, perché anche se Di Luca è arrivato terzo a 30” dal vincitore, il russo è riuscito a stragli dietro e a limitare i danni. La corsa è partita da Avellino e si è svolta per le strade campane; talvolta nere, catramose, sciolte dal sole; tal’altra vetrose, levigate dal tempo e dalle macchine. Saliscendi continui ed un susseguirsi di tornantini e curve a gomito lungo i golfi di Salerno e di Napoli, compiendo il periplo della penisola sorrentina e scavalcando il valico di Sant’Angelo. Tantissimo pubblico lungo le strade. La giornata è vissuta sulla fuga dell’ucraino Krivstov e dell’italiano Facci, che si sono aiutati a tener vivo un tentativo fallito ancor prima di cominciare. Ormai dentro Ercolano, a pochi metri dall’attacco della salita finale i due vengono ripresi dal gruppo tirato dalla Lpr di Di Luca che sul lastricato di Ercolano impone un ritmo tale da spezzare il gruppo; peccato che Di Luca, capitano della Lpr, sia rimasto un poco dietro; così i suoi si rialzano ed allora è la Liquigas che prende in mano la situazione con uno scatto di Miholevjc e poi di Agnoli e del lampre Tiralongo. Si è ancora nei primi km della salita, quelli più semplici, ma è negli ultimi 10 km che la corsa si accende: ci prova Ochoa, e con lui il Liquigas Basso e la Maglia Verde Garzelli. Sono i primi attacchi tra gli uomini che contano, e i varesini Garzelli e Basso, come già nella tappa di Faenza, accendono il pubblico lungo la salita. Non c’è il tempo per entusiasmarsi che subito Di Luca, ai meno 8, ci prova, con Menchov, Sastre e Pellizzotti a ruota.



In contropiede riparte Simoni, all’inseguimento di Basso e Sastre, ormai restato solo: lo spagnolo sembra avere una gamba eccezionale, tutt’altra cosa rispetto al corridore sprovveduto, che, senza un riscaldamento sufficiente, a Chieti s’era piantato sul Blockhaus. Poco più dietro Simoni e Arroyo inseguono. Il gruppo della Rosa avanza ad andatura sostenuta ma regolare guidato dall’Astana di Leipheimer. Di Luca tiene una tattica tutta diversa rispetto alla tappa abruzzese dell’altroieri, in cui aveva fatto un forcing esagerato: stà lì, tranquillo con Menchov, aspettando il momento buono per piazzare lo scatto decisivo. Ai meno 5 dal traguardo Sastre e Basso hanno 35” di vantaggio su Simoni e Arroyo, e 45” sulla Rosa. Poi Sastre se ne va da solo mentre dietro Di Luca e Pellizzotti provano a infiammare la battaglia per la Rosa, ma Menchov stoppa tutti con una sicurezza degna del migliore Indurain.



Finalmente Pellizzotti, ai meno 3 dal traguardo, piazza la zampata vincente: Basso si rialza e aspetta il compagno di squadra per dare tutto per lui. La Liquigas gioca per il Giro, non per il podio, l’obiettivo di giornata è vincere la generale, ma dietro Di Luca e Menchov sembrano imbattibili e ripartono a tutta. Alla fine vince Sastre, secondo Pellizzotti, che nel finale ha mangiato moltissimi secondi allo spagnolo, e dietro Di Luca regola allo sprint Menchov. In generale Sastre è diventato 4°, passando Basso; Pellizzotti si avvicina alla testa arrivanto a 1’39 dalla Rosa. Di Luca resta secondo, ma per via dell’abbuono si porta ha solamente 18” di ritardo da Menchov. Domani si riparte alla volta di Anagni: se Di Luca sarà in vena di sicuro ci proverà. Uno strappo nel finale sembra fatto apposta per un finisseur della sua caratura. Domenica la crono, ma, intanto, godiamoci domani il finale in Ciociaria.



(Luigi Crema)