Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a Sorrento per ricevere il premio Golden Gol (evento organizzato da Radio Kiss Kiss), è tornato sul caso Lavezzi, che ha scombussolato l’inizio di questo calciomercato. Le sue parole che usa sono durissime nei confronti dell’attaccante argentino. «Il signor Lavezzi non può dire proprio nulla, nè possono dire qualcosa i suoi procuratori- ha detto- lui prendeva una cifra già considerevole appena arrivato dal Sudamerica, una cifra che dopo sei-sette mesi è stata ritoccata verso l’alto. Mica si possono sempre chiedere aumenti… Io non concepisco questa cosa. Marino mi ha detto che nel calcio funziona così, ma non qui, non nel Napoli. Tra l’altro fa anche piacere fare un regalo quando si riscontra un certo rendimento positivo, ma visto che questo rendimento non c’è stato… Avessimo raggiunto l’Uefa, la Champions.. Poi, sia chiara una cosa: se fai il professionista, devi farlo sempre. Io mi chiedo: sei un atleta o altro? Se sei un atleta non vai a bere di notte e non vai a prostitute. Quando giochi difendi i colori di una città, e se la sera vai a ubriacarti e vai a prostitute, stai tradendo la gente di quella città. Detto questo, dato che si tratta di ragazzi, serve uno staff per fare capire loro come comportarsi. Comunque, tornando alla questione del contratto, Lavezzi ne ha firmato uno, è un contratto bilaterale, ed allora entrambe le parti lo devono rispettare. Dovesse impuntarsi, non giocherà, e magari lo deferiremo. E potrebbe rovinarsi la carriera. Ognuno ha la propria dignità e la propria mentalità. Io ho la mia. Le promesse al giocatore? Marino è una persona al di sopra di ogni sospetto. Magari sarà sfuggita qualche frase tipo ‘poi vediamo…’. Spesso si fa così. Noi probabilmente avremmo concesso qualcosa in caso di buon campionato, invece non è andata così. Io ero inviperito alla cena di fine stagione, avrei voluto addirittura non andarci. Il campionato per me era già finito a marzo. Offerte per Lavezzi? Non, non c’è stata mai nessuna offerta ufficiale. Ne dovessero arrivare di pazzesche, se ne potrebbe chiaramente parlare, perchè ogni cosa ha un prezzo. Però, se poi devo farne una questione etica, sarei capace di rinunciare anche a 25 milioni di euro». Il patron azzurro, ormai un fiume in piena, ha poi parlato di mercato.
E, facendolo, ha in pratica ufficializzato l’acquisto di Campagnaro, ma anche lanciato segnali molto particolari nei confronti dell’attuale tecnico della squadra azzurra ed allontanato ancora una volta l’ipotesi Cassano: «Ho detto a Donadoni che lo stimo, ma lui deve fare l’allenatore e non pensare al mercato. Quello lo facciamo io e Pierpaolo Marino. Mi sono scusato con lui, nonostante qualche trattativa intavolata dal nostro allenatore in prima persona ha finito con il far saltare l’affare. Cosa faremo di qui in avanti? Abbiamo preso Quagliarella, Cigarini e Campagnaro. Quest’ultimo non ha ancora firmato, ma se la parola vale ancora qualcosa, non ci sono problemi. Dobbiamo ancora prendere un paio di portieri. E ho chiesto a Marino di rinforzarci sugli esterni.
Poi dobbiamo avere cinque attaccanti, e Pià sarà uno dei cinque. Ho sempre seguito Pandev, ma rispetto Lotito, che mi è simpatico. Di punte comunque se ne trovano, è difficile invece arrivare ai difensori. La squadra sarà rivoluzionata, faremo acquisti in ogni ruolo.
Cassano? Grandissimo giocatore, mi sta simpaticissimo, è un artista del pallone, ma non fa per noi, perchè ha una personalità dirompente. D’Agostino? Lui è quasi un rifinitore, più che un regista, ma non si voleva muovere…».