Di seguito l’intervista integrale a Vinicio Fioranelli presente oggi sul quotidiano Corriere dello Sport a firma Piero Torri
Allora, signor Fioranelli, la prima domanda è scontata: è finita la sua scalata alla Roma?
“No. Sono sereno per l’operazione che stiamo portando avanti. Eravamo consapevoli che questa sarebbe stata un’operazione difficile, si sta rivelando per la verità difficilissima. Ma nello stesso tempo sono fiducioso. Vogliamo prendere la Roma”.
Eppure c’è chi garantisce che ormai il vostro tentativo debba considerarsi fallito.
“Non è così, stiamo andando avanti, a piccoli passi, ma stiamo andando avanti”.
Si parla di problemi economici, di soldi che non ci sono.
“Abbiamo i mezzi per concludere l’operazione. I problemi sono di altra natura”.
Di che natura?
“Acquistare la Roma non è semplice. E’ una società che ha una grande importanza sociale, ambientale, politica, economica e tutto questo merita rispetto. Pertanto c’è bisogno di un’attenzione particolare”.
Si sussurra di soldi che non sarebbero garantiti?
“Non è così”.
E tutto questo ha creato problemi?
“Sì, qualche problema inaspettato si è presentato, ma ci anima ancora di più per realizzare questa operazione. Stiamo trattando con grande attenzione, ma anche con una grande collaborazione della famiglia Sensi. Si sono sempre comportati benissimo e con loro anche il rappresentante legale, dottor De Giovanni”.
I Sensi hanno detto sì alla vostra offerta?
“Sì, diranno sì a determinate condizioni”.
Quali condizioni?
“Su questo preferirei non dire nulla, anche se sono condizioni giustificate che comprendono qualche cosa difficile da realizzare”.
Qualcosa però ce la deve dire.
“Questa è un’operazione che prevede l’acquisto di una grande società, con un investimento importante. Bene, noi siamo pronti a comprare la Roma come un uovo di Pasqua”.
Con la sorpresa?
“Con la sorpresa. In questo senso però: noi siamo pronti ad acquistare subito senza fare due diligence”.
A scatola chiusa insomma?
“A scatola chiusa”.
Eppure è un investimento piuttosto importante, si parla di duecento milioni.
“La cifra è quella, milione più milione meno. Dopo, ovviamente, faremo l’Opa. E, altrettanto ovviamente, saremo pronti a fare gli investimenti per migliorare la squadra”.
E’ un impegno molto importante.
“Ne siamo perfettamente consapevoli. Sentiamo l’enorme responsabilità che abbiamo nei confronti della grande famiglia dei tifosi romanisti. Lei non può sapere quello che mi è accaduto in queste ultime settimane. Sono stato inondato da sms e messaggi per posta elettronica. Lo sapevo, ma ho avuto la conferma che la Roma è un’autentica religione per tantissime persone”.
La famiglia Sensi è stata molto contestata in questa vicenda.
“Ed è la cosa più sbagliata che si possa fare. Posso dire un’altra cosa sui Sensi?”.
Assolutamente si.
“In tutta questa trattativa, cominciata tanto tempo fa, mai, dico mai, neppure per un momento, ha anteposto i propri interessi a quelli della Roma. Credo che nessun’altro al posto loro si sarebbe comportato in questa maniera. Di questo bisogna dargliene atto nella maniera più totale e ci tengo a dirlo pubblicamente”.
A proposito dell’inizio della trattativa, quando c’è stato questo inizio?
“Da sei-sette mesi. Come prima cosa è stato fatto un sondaggio indiretto, è risultato positivo, da lì è partito tutto, facendo le cose con molta cautela”.
Forse troppa, non sarebbe stato il caso di parlare prima?
“Qualche tempo fa su un giornale ho letto una cosa che è perfetta per dare questa risposta: il segreto del successo è il segreto. Io l’ho sempre pesata così, ho fatto della discrezione un mio cavallo di battaglia. Per lavorare bene bisogna essere rispettosi e discreti”.
Non è stato un errore non comunicare, non dire niente di niente?
“Non credo. Il risultato ci dirà, semmai, se lo è stato. E se un giorno noi riusciremo a prendere la Roma, come credo ancora fermamente, penso che il successo sarà proprio questo silenzio. Del resto gli unici autorizzati a parlare sono i Sensi, sono loro i proprietari della Roma. Io non ho mai cercato pubblicità. Pensi, che ancora oggi, a distanza di anni, nessuno sa che ho portato a termine alcune operazioni di mercato”.
Il suo gruppo che continua a volere la Roma, è composto da Vinicio Fioranelli e chi altri?
“Volker Flick”.
E basta?
“Basta, siamo io e lui che è mio amico fraterno”.
Eppure sono usciti altri nomi che potevano far parte del suo gruppo. Quello di Massimo Pica, per esempio.
“Non c’entra nulla in questa operazione”.
Si è parlato anche di un possibile conivolgimento di Sergio Cragnotti, l’ex presidente della Lazio.
“Questa è una cosa che mi fa sorridere. E’ verissimo che sono legato da grande amicizia a lui e alla sua famiglia, rimane un mio amico, non lo rinnegherò mai, ma in questa vicenda Sergio non c’entra proprio nulla”.
Torniamo a Volker Flick. Chi è?
“E’ un tedesco, un grande imprenditore. Uno dei più grandi esperti in ristrutturazioni societarie e di banche. Un numero uno”.
Ma è parente o no della famiglia Flick, ex proprietaria della Mercedes?
“Sì, una parentela che nasce dai bisnonni. La famiglia Flick ha tre rami, Volker fa parte di uno di questi”.
Che ruolo avrebbe nella Roma nel caso riusciste a prenderla?
“Subito non entrerebbe nella Roma”.
Difficile da credere.
“Semplice da spiegare: inizialmente, una volta che riuscissimo ad acquistare la Roma, entrerei io nella società, poi una volta lanciata l’Opa, entrerebbe anche Volker”.
Con un ruolo finalizzato alla costruzione del nuovo stadio?
“Di questo mi sembra prematuro parlare. Prima è necessario concentrare tutti inostri sforzi nella buona riuscita di questa operazione”.
Lo stesso discorso si può fare per eventuali operazione di mercato?
“Certamente. In questo momento sarebbe del tutto ingiustificato parlarne. Quello che posso dire è che, proprio per grande responsabilità che sentiremmo nei confronti dei tifosi e della città che non penso di sbagliare dicendo che è la più bella del mondo, saremmo pronti a fare quello che si deve fare”.
Venerdì della passata settimana, molte informazioni sussurrate all’orecchio, davano per chiusa la trattativa. Era così?
“Evidentemente no, visto che non è successo, ma certo eravamo abbastanza vicini, diciamo così”.
Pensiamo bene, se immaginiamo che i vostri problemi sono legati ai rapporti con le banche?
“Noi con Mediobanca abbiamo rapporti molto buoni”.
In ballo c’è anche un’altra banca, però. È vero che con Unicredit non avete mai trattato?
“Noi trattiamo con la famiglia Sensi”.
Oggi come oggi Vinicio Fioranelli ritiene sfiorito il sogno di acquistare la Roma?
“No. Resto molto fiducioso, riusciremo a risolvere i problemi e a prendere la Roma. Noi tutti abbiamo una grande voglia di prendere la Roma”.
Visto che ritiene ancora aperta la questione, ci può dire che tempi prevede per dire la parola fine a questa vicenda?
“Io credo che tra quattro-cinque giorni si saprà tutto e come finirà, in un senso o nell’altro”.
In questi lunghi mesi di trattative, ha mai parlato con qualcuno della Roma, diciamo Spalletti o Totti?
“Assolutamente no. Sarebbe stata una cosa di una scorrettezza incettabile. Non mi sarei mai permesso”.
Nonostante le ultime vicende sembrano allontanarvi dalla Roma, lei continua a mostrare ottimismo. Da cosa nasce?
“Sono un testardo e non sono uno che cambia idea. Volevamo la Roma, continuiamo a volerla. Siamo tuttora molto convinti che si possano mettere a posto le cose che mancano. Venerdì scorso c’era soltanto qualche dettaglio da limare, conto che si possa ancora mettere a posto la situazione”.



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