L’intervista integrale rilasciata da Vinicio Fioranelli a Cuore di Calcio. Quando nasce questa idea? “E’ una vita che opero nel calcio. Credo di essermi preso in questi anni tante soddisfazioni. E’ inevitabile che uno prima o poi voglia portare tutta la sua esperienza nel calcio e accettare sfide nuove. Pur avendo fatto tante altre cose, il calcio è la colonna portante della mia vita. La Roma non è una società qualsiasi”.



E’ consapevole della passione che ruota intorno a questa società di calcio? “Noi abbiamo sempre avuto dal primo momento la certezza che questa non era un’avventura, ma ci saremmo assunti grandi responsabilità. Ma non solo nei confronti della tifoseria, del discorso tecnico, degli impiegati, ma anche verso la città, forse la più bella del mondo. Sicuramente se non avessimo avuto questa opportunità, non avremmo fatto nulla per nessun altro. Le cose quando si fanno non solo hanno bisogno di un sostegno economico, ma ci vuole anche la predisposizione per impegnarci al massimo, per dare tutto se stessi grazie anche all’esperienza dei propri collaboratori. Non vorrei, all’età di 59 anni, fare brutte figure. Sono convinto che alla fine raggiungeremo un accordo, si chiuderà in senso positivo. Ribadisco che i tempi non saranno superiori a quattro o cinque giorni. In questa questione ognuno ha i suoi interessi come è giusto che sia. Ho seguito tutta la stagione sfortunata della Roma anche perchè mi occupo di questa trattativa da sei mesi e la non qualificazione alla Champions League non ha cambiato i programmi. I nomi fatti sulla cordata? Non corrispondono alla realtà. Corrisponde alla realtà invece il livello dei giocatori che cercheremo perchè voglio riportare la Roma nell’elite del calcio europeo”.



Quanti mesi fa ha preso contatto con la famiglia Sensi? “Prima di tutto voglio dire che quello che si è detto in passato non proveniva da me. Negli ultimi sei-sette mesi non ho mai parlato con la stampa. Fino ad oggi non ho mai parlato con la famiglia Sensi. Non perché la famiglia Sensi mi manchi di rispetto, ma perché è un’esigenza che condivido. Io al posto dei Sensi avrei fatto uguale. Non dimentichiamoci che la Roma è un club quotato in Borsa. Questo atteggiamento della famiglia Sensi era calcolato”.

Quindi con i legali dei Sensi c’è stata sintonia sin da subito? “Sin dall’inizio c’è stato un rapporto di reciproca stima. I delegati della famiglia hanno sempre cercato soluzioni sempre nel difendere gli interessi della Roma. Devo dire che la famiglia ha sempre messo in evidenza la priorità della società, mai il loro interesse. E questo merita il nostro rispetto e quello dei tifosi. I Sensi hanno dato prova di grande signorilità”.



Cosa la induce a farsi intervistare? “Seguo con grande attenzione tutto quello che si dice. Da parte sua c’è stata una descrizione corretta e l’ho apprezzato tantissimo. Non è che cambio atteggiamento a seconda delle interviste, è una vita che cerco di lavorare con grande discrezione. Non dimentichiamo non sono che una persona che ha bussato alla porta dei Sensi, né più né meno. La Roma è dei Sensi pertanto non sono autorizzato a parlare e a mettere in difficoltà questa famiglia che in questi anni ha dato tanto alla Roma”.

Cosa si è inceppato venerdì scorso, quando sembrava chiusa la trattativa? “Non c’è mai stata una presa di posizione mia o dei mie collaboratori. Forse c’è stata un’interpretazione poco corretta delle informazioni. Non è cambiato assolutamente nulla. In una trattativa così importante è stata sempre nostra intenzione procedere con grande cautela. Non è che oggi la situazione è diversa da qualche giorno fa. Facciamo piccoli passi. Non nascondo di essere tuttora molto fiducioso”.

A che punto siamo? Perché si è inceppata la trattativa venerdì scorso? “Credo sia poco elegante parlare di cose che riguardano la controparte quando quest’ultima è assente. In vita mia non ho mai cercato la polemica. In una trattativa è ovvio che gli interessi non siano sempre congruenti. La controparte deve tutelare i propri interessi e capisco le esigenze dei Sensi. I problemi spesso non vengono creati dalle intenzioni ma a volte piccoli dettagli possono causare dei momenti di time-out. Non vorrei giustificare le nostre posizioni, anche perché capisco gli interessi della controparte. Se c’è la ferma volontà, e questo è il caso, le soluzioni si trovano. Gli affari buoni si fanno sempre in due”.

Chi sono i suoi collaboratori? “Siamo solo in due: il sottoscritto e Volker Flick”.

Chi è Volker Flick? “E’ il mio partner in questa operazione. Ed è ancor prima un mio caro amico con il quale abbiamo portato a buon esito altre operazioni. E’ cittadino tedesco. E’ una persona che in passato ha dato grande prova di professionalità nel settore finanziario e nella ristrutturazione di grandi aziende. Una persona molto per bene”.

E che ha lo stesso entusiasmo? “Indubbiamente. Nessuno si esporrebbe se dietro tutto questo non ci fosse entusiasmo e la ferma volontà di fare bene. Se la cosa va in porta siamo perfettamente a conoscenza delle responsabilità che andremmo ad avere”.

Fioranelli cosa sa della passione del tifoso della Roma? “Il tifoso è un po’ uguale in tutto il mondo. Il tifoso romanista è particolare. C’è gente che vive per questi colori. Questo è uno dei motivi che ci ha spinto in questa avventura”. In questi mesi ha già fatto una sorta di investimento. “Certo. Sicruamente non ci presenteremmo così sprovveduti. Credo che non sia ancora il momento di parlare di progetti però vi garantisco che non siamo stati fermi. Abbiamo investito tempo e capitali per presentarsi in regola”.

La Roma è fuori dalla Champions. Questo per voi cambia qualcosa? “No. Credo che la Roma ha fatto un ottimo campionato. Spalletti ha avuto a disposizione metà della rosa. Un progetto a lungo termine non può subire grandi cambiamenti solo perché un anno non si sono raggiunti gli obiettivi prefissati”. Eventualmente la Champions sarà uno dei vostri obiettivi? “Questo lo dia per scontato”.

Quale sarebbe il vostro obiettivo. Piazzare la Roma nell’elite del calcio europeo? “In questo momento il calcio italiano ha subito un ridimensionamento. Pensare adesso che una squadra italiana possa conquistare l’Europa non è facile. Se la cosa andrà in porta a Roma non verrà Fioranelli, ma una serie di professionisti di grande spessore e cercheremo tutti insieme di dare soddisfazione alla città. Poi a Fioranelli e Flick non piace perdere, questo è sicuro”.

Nei giorni scorsi sono stati accostati dei nomi di grandi campioni. Ricordo Diego e Adebayor. Il profilo è quello? “Sicuramente non sono stato io a fare questi nomi. Mi sembra poco corretto parlare di nomi o di programmi. Non dimentichiamo che per ora siamo solo delle persone che vogliono acquistare il pacchetto di maggioranza della Roma. E non è bello per chi ha la respondabilità gestionale sentirsi dire cosa avrebbe fatto l’altro. I Sensi non meritano questo. Sappiamo cosa vogliamo fare, ma non è bello”.

Lo chiarirete il giorno dopo l’eventuale annuncio? “Lo dia per scontato”.

Se avesse avuto dei dubbi sull’esito dell’operazione, avrebbe fatto questa intervista con questa voglia? “Forse l’avrei fatta ma avrei detto altre cose”.

Che mi dirà se le cose dovessero andare male per lei? “Anche questo lo dia per scontato. Il nostro gruppo ha avuto un atteggiamento corretto con chi di dovere e continueremo ad averlo in ogni caso. L’educazione è la colonna portante del rapporto tra le persone”.

Se la sente di darmi una scadenza? “Ormai i tempi sono molto stretti. Credo che questa vicenda debba concludersi nei prossimi quattro-cinque giorni. Ci sono da prendere delle decisioni che non possono essere rimandate”.