L’intervista integrale di Marco Motta al Corriere dello Sport dal ritiro della nazionale under 21

Marco da dove partiamo? “Io direi dalla Champions League. Sì, quelle due partite contro l’Arsenal mi hanno fatto completamente innamorare di Roma e della Roma. E’ stata un’emozione incredibile, adrenalina a mille, cornice fantastica, due partite belle, tirate, che alla fine ci hanno tolto la speranza di andare avanti ma che a me personalmente hanno detto molto”.



Cosa esattamente? “La consapevolezza che la Roma era entrata nel mio cuore a gamba tesa lasciando il segno. Che ora voglio, vorrei, continuare con questa maglia se non altro per riprendermi subito la possibilità di giocare ancora in Champions”.

Due grandi prestazioni a livello individuale, anche il gol sfiorato all’Emirates “Questione di centimetri, pochissimi. Questione di fortuna e bravura di Almunia che arrivò proprio dove neanche i tifosi dell’Arsenal speravano. A sfiorare e mettere di un soffio sulla traversa. E pensare che avevo fatto tutto per bene, l’inserimento e il tiro di destro. Peccato”.

Quel gol che poi non è arrivato anche se sfiorato in diverse occasioni “Io spero che arrivi presto la mia prima rete in giallorosso, ci saranno un bel po’ di dediche da fare”.

Torniamo a quella doppia sfida con l’Arsenal, alla partita contro i Gunners all’Olimpico “Quella sera la cornice era fantastica, abbiamo dato tutto quello che avevamo e forse anche qualcosa di più ma poi la decisione è arrivata ai calci di rigore ed ha ragione Spalletti quando dice che un rigore può cambiarti una stagione. La Roma in quella che è finita si è vista cambiare il corso della sua storia ben due volte. La prima in Supercoppa a San Siro la seconda quella magica e maledetta notte al cospetto dell’Arsenal”.

Il rigore calciato troppo angolato. Che sensazione hai provato in quel momento? “Di un mondo in frantumi. Pensa che il rigore successivo avrei dovuto calciarlo io…”.

E avevi già deciso dove? “Macchè! Io in queste cose sono un istintivo. Però sarei andato sul dischetto con una determinazione feroce. Avrei scelto l’angolo all’ultimo momento, ma ero sicuro di segnare”.

Quel gol che ancora gli manca Marco Motta lo ha già segnato sicuramente nel cuore dei tifosi “E’ venuto tutto naturale, senza che io in qualche modo forzassi la situazione. Non dimenticherò mai ad esempio il mio esordio vero e proprio all’Olimpico: la partita con il Genoa, l’incidente a Cicinho che stava giocando bene e che aveva segnato anche un gran gol. Sono entrato tra gli applausi di incoraggiamento e i tifosi giallorossi applaudivano ad ogni mio intervento fatto bene. Avevo il conforto di Mexes che in quella occasione mi aiutò tantissimo. Insomma un debutto come non avrei nemmeno osato immaginare. Già da quel giorno ho capito di aver fatto la scelta giusta”.

La Roma comunque dovrà riscattarti dall’Udinese “Se ne occupano mio fratello ed il mio procuratore, ma la mia volontà è precisa: restare in giallorosso”.

Nonostante le vicende societarie in cui naviga il club “Io rispetto a questa società non posso che provare gratitudine per la possibilità che mi ha dato di giocare in una grande piazza e per un’accoglienza ideale per un ragazzo che arriva a Roma per la prima volta”.

La Roma come se la immaginava e invece come l’ha trovata? “Un gruppo unito, ragazzi tanto famosi tanto bravi quanto umili. A partire da Totti, giocatore immenso, vero capitano, ma anche gli altri tutti mi hanno fatto sentire subito in famiglia. In questo senso il mio inserimento è stato immediato ed automatico”.

Spalletti resta “Un’ottima notizia, io gli devo molto. Per me è un grande allenatore e non lo dico semplicemente perché è il mio”.

Motta è entrato in corsa in una Roma meno brillante delle passate stagioni. E ha ballato soprattutto la difesa… “Non lo dico per cercare facili scusanti, ma quasi mai in difesa hanno giocato gli stesi elementi. Se è vero che Mexes, Juan, Panucci e Riise ad esempio sono dei veri e propri campioni, è vero anche che il reparto ha sempre dovuto ruotare per via di infortuni e squalifiche. E questo non giova. Poi è chiaro che ci sono stati anche errori evitabili e sui quali lavorare”.

Neanche un attimo di riposo. Finito il campionato Motta è già in Under 21 per le finali europee. Da capitano “Sono all’epilogo di questa esperienza in Under e vorrei chiudere con il successo continentale. Abbiamo una bella squadra con individualità di tutto rispetto. Possiamo farcela a patto di partire con il piede giusto nella partita del 16 contro la Serbia: Stavolta non possiamo fallire”.

Santon in Nazionale maggiore dove mancava un esterno destro basso… “Io avevo da chiudere un lavoro qui in Under 21 cominciato due anni fa. E devo dire che ci tengo molto a questi Europei. La Nazionale maggiore è il sogno di tutti i ragazzi italiani. Chiusa l’esperienza con l’Under proverò a scalare anche l’azzurro dei grandi”.

Se tutto va bene Motta giocherà la finale europea a Malmoe il 29 giugno. Nello stesso giorno la Roma si radunerà a Brunico “Pronto anche a decurtarmi le vacanze per rispondere al più presto alla chiamata in giallorosso”.