Non è mancato il plauso degli addetti ai lavori per l’acquisto di Diego, ma adesso servono altri due giocatori per competere veramente con l’Inter. Sembra essere questo il ritornello che accompagna le interviste dei dirigenti della Vecchia Signora. Quel che preoccupa è la modalità scelta dalla Juve per muoversi sul mercato. Se il Real Madrid con i suoi ingaggi può permettersi di dichiarare apertamente gli obiettivi da raggiungere, la Juventus questo non può permetterselo.



Sono lontani i tempi di Luciano Moggi che sistematicamente depistava le ipotesi di mercato. Con la nuova gestione assistiamo, invece, al valzer dei nomi. Prima D’Agostino, poi Felipe Melo, adesso il ritorno della passione per Xabi Alonso. Il risultato sotto gli occhi di tutti è che l’Udinese alza continuamente le richieste (nella trattativa ha fatto una manovra di disturbo il Milan), la Fiorentina gioca sul fatto che il brasiliano ha appena vinto la Confederations Cup, mentre il Liverpool gioca al rialzo con un giocatore che piace, fra gli altri, anche al Real Madrid. Con Diego la Juventus era stata brava perché aveva saputo giocare d’anticipo.



Spendere tanto per spendere non ha molto senso, perché allora non scommettere su Marchisio, Tiago e Zanetti? Sono tutti e tre in grado di giocare a turno davanti alla difesa nel 4-3-3 di Ferrara. Perché non puntare, oltre che a sfoltire la rosa (via Almiron e Poulsen), a due giovani (uno sulla corsia destra e l’altro a centrocampo) da inserire nel gruppo? Alcuni nomi? Santacroce del Napoli, Kjiaer e Cassani del Palermo o Biondini del Cagliari. A sinistra si può scommettere su De Ceglie e Molinaro, in circolazione del resto non ci sono certo altri Santon. De Ceglie e Molinaro non sono inferiori a Dossena (molta panchina a Liverpool) e Grosso non è più in grado di percorrere tutta la fascia.




(Luciano Zanardini)