64-63 (20-20, 33-31, 47-46)

Giachetti (0/1), Mancinelli 3 (0/3), Soragna 10 (2/2, 1/3), Poeta (0/1,0/1), Mordente 7 (2/2, 1/4), Vitali (0/3), Crosariol 5 (2/5), Garri 2 (1/1, 0/1), Gigli 2 (1/1, 0/1), Belinelli 19 (5/9, 0/2), Cusin 1, Aradori 7 (2/3, 0/2)

Marek 7 (1/2, 1/3), Kotas, Slezak 12 (4/6, 1/4), Satoranski 5 (1/3, 1/1), Pumprla 1 (0/1, 0/2), Sokolovski 2 (1/3, 0/2), Vesely 2 (1/1, 0/2), pospisil 2 (1/6, 0/1), Benda 10 (5/6), Bohacik 11 (1/5,1/2), Hampl 6 (2/4), Licartovsky 5 (1/4,1/3)



Recalcati lascia a riposo Hackett, Amoroso, Datome e Bargnani

Bormio, 15 giugno 2009 – Palazzetto gremito al Pentagono di Bormio per assistere alla partita d’esordio della nazionale maggiore di basket guidata da Carlo Recalcati, in ritiro da una settimana nell’Alta Valtellina in vista dell’ Additional Roud che assegnerà l’ultimo posto disponibile per Eurobasket 2009 (Polonia, 7-20 settembre). Avversaria di serata è la formazione boema, di certo non irresistibile, attualmente al 56esimo posto nel ranking FIBA (ndr. l’Italia si trova all’ottavo posto), ed inoltre priva di alcuni dei suoi giocatori di primo piano, tra i quali Lubos Barton, unico cestista ceco di comprovata caratura internazionale. L’italia scende in campo con Garri, Cusin, Soragna, Giachetti, e Belinelli, ed è proprio quest’ultimo ad aprire le marcature con un fade-way di chiaro stampo NBA. Sarà questo il primo acuto di una serie di canestri che vedrà Belinelli come assoluto protagonista del primo quarto. Mentre infatti capitan Soragna realizza dalla media il suo 800esimo punto con la casacca azzurra, Belinelli si rende autore di 11 punti e guida un’ Italia che chiude sul 20 pari il primo quarto. La seconda frazione di gioco vede un calo vistoso nel ritmo offensivo da parte di entrambe le formazioni. Recalcati ruota tutti i suoi uomi a disposizione ma la fluidità di gioco che ne risulta non è sempre delle migliori.



Con la complicità di qualche errore di troppo, soprattutto da parte di un Mancinelli non convincente, l’Italia consente alla squadra ceca di rimanere facilemente a contatto. Belinelli regala un boato al pubblico andando ad inchiodare una schiacciata d’antologia, se non fosse che la palla a spicchi non termina la sua corsa sul fondo della retina ma viene respinta dal ferro. Il pubblico applaude egualmente e il giovane talento di San Giovanni in Persiceto dimostra di essere enormemente maturato in questi due anni trascorsi oltreoceano. Il quarto si esaurisce senza altre emozioni e Poeta tiene avanti gli azzuri con un buon 5/6 dalla lunetta. Il secondo tempo si apre con una perentoria stoppatta dell’onnipresente Belinelli. L’italia si concede però qualche leziosismo di troppo e i cechi, sempre concreti e giudiziosi, si portano in vantaggio per poi chiudere il terzo quarto con un solo punto di scarto. L’ultima frazione di gioco vede la comparsa a referto di Mordente e purtroppo, qualche minuto più tardi, l’espulsione per secondo fallo antisportivo di Marco Belinelli, che chiude anzitempo la sua partita con 19 punti all’attivo. Priva della sua stella l’Italia soffre la velocità nelle ripartenze in contropiede dei giocatori cechi e, nonostante i punti di Mordente e Aradori, si ritrova sul meno uno (62-63) quando manca un minuto ed una manciata di secondi al termine del match. Due conclusioni dalla lunga distanza, di Mordente prima e Vitali poi, non trovano la retina, e gli azzurri, grazie ad un ottima intensità difensiva si ritrovano a gestire l’ultimo possesso della partita con la palla nelle mani di Poeta. Sui risvolti dell’azione Soragna recupera la palla respinta dalla difesa avversaria ed a due secondi dallo scadere del cronometro della partita trova l’arresto e tiro che regala il vantaggio agli azzurri. La successiva conclusione di Slezak si spegne sul ferro e l’Italia ottiene una sofferta vittoria che da morale.



Molte sono le note negative della partita a cominciare dalla scarsa percentuale da tre punti (11%), per passare alle palle perse (26) e proseguire con la sconfitta a rimbalzo (30-37). I 4 assist complessivi raccontano invece di una chimica di squadra e di una fluidià offensiva ancora tutta da costruire. L’intensità mostrata e lo spirito di gruppo, uniti al fatto che la nazionale era al primo impegno dopo una sola settimana di raduno, lasciano però ben sperare in vista degli impegni futuri.


(Cristian Franceschini)