Salvatore Carmando è una bandiera a Napoli. Era in servizio quando gli azzurri vinsero lo scudetto di Maradona e c’era anche quando la società fallì. Con il sole e con la pioggia per 35 anni è stato il massaggiatore e l’amico dei giocatori partenopei e oggi è il giorno della pensione. Carmando è visibilmente emozionato e non parla molto, ma qualcosa da dire ce l’ha sicuramente di questi 35 anni, soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con il Pibe de Oro del quale divenne punto di riferimento irrinunciabile, tanto che Maradona lo volle al suo fianco con la Nazionale argentina ai Mondiali in Messico nell’86 e a Italia ’90. In Carmando oggi, ci tiene a sottolineare, non c’è nessun intento polemico come reazione all’annuncio della società azzurra di concludere il rapporto di lavoro alla scadenza dei 66 anni. «Dopo tanto tempo era giunta l’ora di andare in pensione» ha detto.
Tra le pagine che riempiono la sua storia sportiva anche quella singolare ricordata dal premier Silvio Berlusconi nell’occasione di un premio che conferì allo stesso Carmando a Napoli. «Complimenti, è lei che ha detto buttati giù a quello là. Mi ha fregato uno scudetto», gli disse nel 2006 Berlusconi parlando da presidente del Milan. Il riferimento è all’assegnazione dello scudetto ’90-’91 agli azzurri che si classificarono proprio davanti ai rossoneri. La gara a Bergamo, contro l’Atalanta. Alemao, centrocampista di quel Napoli vincente, fu colpito alla testa da una monetina. Si stava rialzando ma Carmando, secondo un labiale a lui riferito, gli avrebbe chiesto di rimanere a terra. Al Napoli andò la vittoria a tavolino ma Carmando non ha mai confermato che fu proprio così. Di sicuro resta la sua professionalità, quella al servizio di campioni del calcio che oggi possono solo ringraziarlo