Lunedì Arnautovic a Milano, mercoledì Branca in Olanda

In questi giorni ha tenuto banco la trattativa di calciomercato per portare a Milano, sponda nerazzurra, il talento austriaco del Twente Marko Arnautovic. Una sola certezza: il ragazzo vuole giocare nell’Inter. Il suo desiderio è stato ribadito dal suo legale nei giorni scorsi, mentre altre voci, provenienti sempre dal suo entourage, davano la trattativa come vicina al fallimento. In realtà l’accordo tra i nerazzurri, che chiedono un prestito con diritto di riscatto a gennaio, e gli olandesi non c’è e la causa per cui Branca insiste per una sorta di periodo di prova è da ricercare nell’infortunio che sta bloccando il giocatore, out fino a settembre-ottobre per una frattura sa stress al piede. Il Twente spingeva prima per avere 9 milioni di euro subito, ora sembra essersi rassegnato a questa possibilità ma chiede 2-3 milioni subito con obbligo di riscatto a gennaio. Una soluzione che all’Inter potrebbe andare bene, ma a gennaio vuole riservarsi la possibilità si rispedire il ragazzo al mittente nel caso l’infortunio sia più grave del previsto. Da lunedì comunque Arnautovic si allenerà a Milano e mercoledì Branca volerà a Enschende per trovare finalmente un accordo. Nelle ultime ore è stata avanzata anche questa ipotesi: il ragazzo rimane di proprietà del Twente ma si allena con i nerazzurri. Non andrà negli Usa con il resto della squadra e ad Agosto verrà fatto il punto della situazione.



Abbiamo intervistato in esclusiva per ilsussidiario.net Roberto Scarpini, resp. di Inter Channel, per cercare di capire con lui il calciomercato dell’inter e per chiedergli un’opinione sul calcio italiano.

Partiamo dalla difesa: Mourinho ha bisogno di altri difensori in un reparto già ben consolidato?

Penso che l’esigenza manifestata da Mourinho sia quella di avere, oltre a Cordoba, un altro difensore centrale destro in rosa, in modo tale da avere due coppie centrali difensive equilibrate. A parte Cordoba e Burdisso gli altri centrali sono tutti mancini. L’altra richiesta dell’allenatore è quella di avere difensori che abbiano buone qualità nell’impostazione del gioco. Il parco difensori dell’inter è comunque già molto competitivo.



Forse a centrocampo l’Inter è meno competitivo a livello internazionale?

La duttilità del modulo penso sia la componente determinante, se si vuol giocare col 4-2-3-1 servono giocatori con certe caratteristiche da mettere davanti alla difesa, se giochi con il 4-3-1-2 ne servono altre, col il 4-3-3 altre ancora. Il mercato dell’Inter è indirizzato a creare un organico dove, pur partendo da un certo modulo, si possano avere più soluzioni tattiche. Ci sono giocatori che hanno la grande capacità di adattarsi a più posizioni in campo e questo è quello che ha fatto sempre la differenza in questi ultimi anni per tutte le grandi squadre.



Deco può essere la soluzione per il centrocampo neroazzurro o ci sono altri giocatori su cui dovrebbe puntare l’Inter?

Penso che Deco possa dare un buon contributo. Chi ha dubbi perché che Deco non ha fatto una grande stagione quest’anno si deve anche ricordare che è arrivato al Chelsea voluto da un allenatore che poi è stato esonerato. Con il cambio tecnico sono cambiate molte cose nella squadra. Secondo questa logica il Genoa non avrebbe dovuto comperare Thiago Motta. Le annate dei calciatori variano ma il valore del giocatore rimane assoluto. Parliamo di giocatori nel cuore e nella parte più importante della carriera.

L’attacco è alla pari con il resto dell’Europa?

E’ assolutamente un attacco di valore, l’inter ha il più forte giovane al mondo che è Balotelli, ha acquistato un giocatore che tutti volevano, Milito, che segna goal da sempre in tutte le squadre dove ha giocato, in tutti i campionati, in tutte le categorie. Inoltre nell’attacco neroazzurro c’è il capocannoniere del campionato Italiano. Mourinho ha molte alternative in attacco con giocatori che possono essere, a seconda dello schieramento, utilizzati in posizioni diverse. Questa è una squadra che ha una struttura consolidata nel corso degli anni. Poi è normale che c’è chi va in scadenza di contratto, chi essendoci i Mondiali vuole giocare con continuità e sa che, all’Inter, avrebbe più concorrenza, chi è giovane vuole giocare di più. Poi la fortuna, in una competizione come la Champions League, è data veramente da alcuni dettagli.

Secondo lei che clima ci potrà essere nello spogliatoio tra i senatori argentini e i “ribelli” Ibra e Maicon?

Mi sembra, sentendo le interviste rilasciate in questi giorni da alcuni giocatori nerazzurri, che l’opinione dello spogliatoio sia chiara. Se vuoi far parte di un progetto devi esserne convinto: se fai controvoglia una cosa non la fai bene. Questo credo sia il messaggio mandato ai due compagni e secondo me è condivisibile. Detto questo parliamo di grandi campioni e nel momento in cui fanno una scelta la fanno consapevoli di voler dare il massimo per il club in cui giocano, come d’altronde hanno sempre fatto. E’ un non problema insomma.

Chi sogna in nerazzurro?

Io sogno Messi e sono convinto che prima o poi arriverà all’Inter, sicuramente non nel breve, ma se devo sognare….

Il Milan ultimamente non riesce a concludere nessuna trattativa che si prefigge. Il diavolo ha perso peso a livello internazionale?

Hanno minore disponibilità economica e fanno più attenzione. Esiste poi un effetto Kakà: sapendo che la società rossonera ha incassato tanto, i giocatori che il Milan cerca improvvisamente costano molto di più di quello che è l’effettivo valore. Tuttavia i conti vanno fatti al primo di settembre, quando chiude il mercato. Capisco che i tifosi in questo momento siano arrabbiati, amareggiati e non facciano gli abbonamenti, ma il mercato è appena iniziato. Nelle comproprietà mi sembra che il Milan abbia fatto un’operazione diversa rispetto all’anno scorso, quando cedette per monetizzare le metà di tutti i giovani di valore. Quest’anno per esempio ha riscattato Abate, giocatore che quest’anno ha fatto bene. Stanno anche acquistando dei giovani interessanti. Poi è logico, il tifoso vuole vincere subito.

Il calcio Italiano è in crisi?

Parlare male del calcio italiano è la cosa più semplice: la nazionale eliminata dalla Confederations Cup, la fuga dei campioni… io dico invece che lo scorso anno abbiamo avuto un incremento di spettatori negli stadi, che è calata la violenza e che il “mondo del calcio” sta lavorando per risolvere i suoi difetti. Mi sembra che i controlli stiano diventando rigorosi, come devono essere. Se una squadra non ha i conti a posto deve chiudere. Uno pensa sempre ai calciatori, ma quando ci sono i fallimenti delle società dobbiamo pensare ai magazzinieri, ai massaggiatori, a quelli di cui non parla nessuno e che non prendono lo stipendio e lavorano gratis. Poi è anche giusto che ci sia “Robert De Niro Ibrahimovic” con il suo super ingaggio, è l’attore protagonista.