MILAN – La bruciante sconfitta nel derby, al di la di aver mostrato una squadra sicuramente non all’altezza dei cugini nerazzurri, ha scoperchiato alcuni casi nello spogliatoio di Milanello. Prima di tutto quello targato Clarence Seedorf. Inspiegabile il fatto di essere in panchina in ciabatte a guardare i suoi compagni giocare, mentre il cambio era già stato chiesto. Le cause sono due: o è mancata la comunicazione fra allenatore e giocatore, oppure, l’esperto olandese, se la sarebbe presa un po’ troppo comoda. Difficile, però, che un giocatore di cotanta esperienza, possa aver commesso un errore da giovincello.



Il secondo caso è invece targato Ronaldinho. Ad inizio secondo tempo era ipotizzabile che il brasiliano, inesistente per quasi tutto il primo tempo, venisse relegato in panchina per lasciare in campo Borriello, utile come prima punta e nel gioco aereo, ma così non è stato. Chiaro che la direttiva è probabilmente arrivata dai piani alti ma un Dinho schierato così avanzato non è servito a nulla. Altro caso quello di Gattuso. Il giocatore è stato espulso dopo aver chiesto il cambio ma la colpa è solo sua. Comprensibile il primo fallo su Eto’o, ma non quello su Sneijder per un giocatore della sua caratura.



L’episodio di Ringhio si collega direttamente ad un’altra situazione scottante, quella di Ambrosini. Il capitano rossonero è stato rilegato in panchina per ben due volte, preferendogli appunto il suddetto che non era al 100%. Infine Inzaghi. Il superbomber italiano non è mai sceso in campo neanche per un minuto e il motivo, Leonardo, lo dovrebbe spiegare…

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