Premiership- Weekend 3

Chelsea e Tottenham convincono e si confermano in vetta alla classifica a punteggio pieno, mentre il Man Utd supera di misura l’Arsenal nel big-match fra le proteste di Arséne Wenger e il Man City prosegue il suo cammino perfetto con la seconda vittoria esterna a Portsmouth, che resta al palo insieme al deludente Bolton.



Iniziamo dal confronto più atteso, con il 2-1 del Man Utd sull’Arsenal in una partita dominata a tratti dai Gunners, più incisivi e rapidi nella manovra rispetto ai compassati Red Devils e decisa da due episodi a cavallo di cinque minuti a inizio ripresa, ai quali segue la strenua resistenza dei campioni in carica, caratterizzata anche da ripetuti falli intesi alla rottura del gioco avversario, con arbitro assente ed esplosione di rabbia del solitamente compassato Wenger, allontanato, lui sì, dal terreno di gioco. Sir Alex Ferguson lascia sugli spalti Michael Owen (escluso anche da Fabio Capello in Nazionale) e Dimitar Berbatov, puntando sulla coppia di sprinter Valencia-Nani e lasciando tutto il peso offensivo sulle spalle di Wayne Rooney, il cui talento non può compensare la mancanza di rifornimenti e di palloni giocabili; per contro, la trazione offensiva dei londinesi è focalizzata sulla mancata concessione di punti di riferimento agli avversari, con il duo Van Persie-Arshavin in continuo movimento per gli inserimenti di Alex Song e Emmanuel Ebouè ed è proprio il russo a creare scompiglio tra i campioni in carica, con un rigore (netto) non concesso per fallo di mano di Darren Fletcher e il gol del vantaggio con una fiondata dai 30 metri sulla quale Ben Foster si mostra impreparato, riscattandosi ad inizio ripresa con una splendida parata su una conclusione di Robin Van Persie che avrebbe potuto chiudere la partita a favore dei Gunners. I cinque minuti che decidono la gara, tra il 14’ e il 19’del secondo tempo, mostrano perfettamente quali siano le carenze che ostacolano da qualche anno le ambizioni di titolo dei rossi di Londra, con Manuel Almunia che stende, in disperata uscita, Wayne Rooney, che trasforma il penalty ed Abou Diaby che incorna nella propria porta, solitario, un’innocua punizione di Ryan Giggs, il quale in seguito si prodiga con i suoi colleghi Darren Fletcher e Michael Carrick nello stemperare la manovra altrui (dentro Eduardo) con decine di falli impuniti, incredibilmente senza cartellini sul gobbone, a fronte dei 6 gialli a carico dell’Arsenal che, dopo aver sfiorato più volte la capitolazione (erroraccio di Berbatov) nel recupero vede un gol di Van Persie giustamente annullato per offside. Successo di gomiti, scorrettezze ed esperienza (stile Leeds United di Don Revie negli anni ’70) del Man Utd, che nasconde le ampie carenze manifestate nell’inizio stagione in fase di costruzione della manovra e nell’impostazione difensiva, con il tardivo inserimento dei nuovi ed una certa opacità della vecchia guardia.



Successo autoritario del Chelsea di Carlo Ancelotti sul neopromosso Burnley, con un 3-0 vergato dalle firme di Nicolas Anelka (solito assist di Didier Drogba), Michael Ballack ed Ashley Cole, che avrebbe potuto essere ancora più netto senza le parate del danese Brian Jansen: il 4-3-2-1 di stampo milanese viene riproposto a Stanford Bridge, con Anelka e Deco schierati alle spalle di Drogba e linea di centrocampo con Ballack-Lampard-Essien, soluzione che permette a Lampard e Deco di alternarsi in fase di construzione della manovra, alternandosi a Ballack negli inserimenti. Eppure il Burnley arriva molto vicino al vantaggio su un clamoroso errore di Frank Lampard che consente a Martin Paterson di presentarsi davanti a Peter Cech, che lo ipnotizza, prima di farsi seppellire dalla superiorità dei Blues, che si concretizza a cavallo dei due tempi con i 3 botti in rapida successione, seguiti da diverse altre conclusioni neutralizzate dal portierone di Nørrebro (17 tiri in porta a 0). Si attendono sfide più probanti per il Chelsea rispetto alle 3 superate agevolmente fino ad ora: dopo la sosta altro impegno relativamente semplice al Britannia Stadium (Victoria Ground per i nostalgici…).



Rimonta di carattere del Liverpool, non nuovo ad imprese del genere, che supera in trasferta il Bolton (2-3) riemergendo con carattere dai rovesci di Kevin Davies e Tamir Cohen, favorito anche dalla dubbia espulsione sul 2-1 di Sean Davis, uno dei migliori Trotters fino a quel momento, che si occupava della strettissima marcatura a uomo di Steven Gerrard. E’ il solito capitano dei Reds a guidare il riscatto, dopo la seconda rete stagionale di Glen Johnson, acquisto di grande utilità per la continua spinta sulla fascia offensiva, con una traversa ed il gol decisivo, a seguito del pareggio di Fernando Torres; come nel caso del Man Utd, anche il successo del Liverpool maschera i problemi manifestatisi nel corso dell’inizio della stagione, con troppi giocatori fuori forma (lo stesso Gerrard su tutti), una difesa abbozzata con il nuovo acquisto Sotirios Kirgiakos (ex-Rangers) schierato titolare al fianco di Jamie Carragher e un centrocampo asfittico e senza spunti sulle fasce (Albert Riera su tutti). L’impressione è che, in parità numerica, gli uomini di Rafael Benitez non sarebbero riusciti a superare lo sfortunato Bolton, per la prima votla a segno in questa stagione.

Il Man City mantiene il suo score perfetto con un semplice successo a Fratton Park contro il povero Portsmouth, privato in estate dei suoi uomini migliori, con il terzo gol in altrettante partite di Emmanuel Adebayor e l’esordio al centro della difesa dello strapagato Joleon Lescott, non esente da errori pacchiani, ma la porta dei Citizens è ancora inviolata, ad oggi. Privo di Robinho, vittima del turn-over di Mark Hughes (finora i 3 assi, compreso Tevez, non hanno mai giocato insieme dall’inizio), con Craig Bellamy a cercare lo spunto sulla fascia sinistra (per lui anche una rete annullata), Micah Richards a dominare fisicamente sulla destra, in alternanza a Shaun Wright-Phillips e Gareth Barry a dominare la metà campo, il City domina il match ed accumula minuti che favoriscono l’amalgama dei nuovi, che verrà testato nel prossimo impegno casalingo contro l’Arsenal. Senza speranze i Pompey dello sconfortato Paul Hart, privi di David James, che nella ripresa prova inutilmente ad inserire tutti gli attaccanti a sua disposizione (Nugent-Kanu-Utaka) per testare, con scarsi risultati, i guantoni di Shay Given.

Il Tottenham rimane aggrappato con i denti alla vetta della classifica, a punteggio pieno, grazie a un destro da fuori al 95’di Aaron Lennon, già decisivo la scorsa settimana, dopo che Lee Bowyer aveva impattato la zuccata iniziale di Peter Crouch, imprendibile a certe altezze per i difensori del Birmingham. Meglio gli Spurs nella frazione iniziale, in particolare con il superlativo Lennon, convocato da Fabio Capello in nazionale, che impegna più volte Joe Hart prima di vedersi respingere un gol certo sulla linea di porta dall’ex Stephen Carr, 226 presenze in maglia bianca: a cavallo dei due tempi, ottima reazione dei Blues con Sebastian Larsson che sfiora la rete in due occasioni ed un rigore netto negato a James McFadden. Nella ripresa gli Spurs perdono per infortunio il solito Ledley King e Luka Modric (preoccupanti le condizioni del croato, rottura del perone), sostituito da Peter Crouch subito in evidenza con un palo, un’incornata che costringe Lee Carsley al salvataggio sulla linea e con il gol dell’1-0, su punizione di Tom Huddleston, che precede il botta e risposta finale.

Negli altri incontri: Prima gioia per l’Everton di David Moyes che rimonta il Wigan, in vantaggio con l’austriaco Paul Scharner, grazie a Louis Saha e ad un rigore a tempo scaduto dell’ex-Latics Leighton Baines. In attesa del nuovo acquisto John Heitinga, scuola Ajax dall’Atletico Madrid, buon esordio per il centrale Sylvain Distin e qualche minuto nelle gambe per il russo Diniyar Bilyaletdinov in un match contrassegnato dalle occasioni gettate al vento: dopo il palo colpito dallo spagnolo Jordi Gomez sullo 0-1, mostruosa la chance divorata dal giovane Scott Sinclair in un contropiede cinque-contro-due che avrebbe portato gli uomini del Lancashire sull’1-2, che precede di pochi minuti il fallo di Emmerton Boyce su Jo per il rigore della vittoria dei blu, che mostrano qualche segno di ripresa, in particolar modo grazie alla forza di Steven Pienaar e alla classe di Tim Cahill (in attesa di Fellaini e Mikel Arteta) e nella sosta assembleranno la nuova coppia difensiva Heitinga-Distin.

Altri tre punti anche per l’Aston Villa, che aveva superato il Liverpool nello scorso Monday Night, con un netto 2-0 su un Fulham penalizzato dalle incertezze del portiere Mark Schwarzer, che prima sbuccia un retropassaggio, causando il corner da cui nasce l’autogol di John Pantsil, ingannato da un movimento dell’australiano, poi è lento nel tuffo sul 2-0 di Gabriel Agbonlahor. Buon esordio al centro della difesa per il 19enne prodotto dell’Academy Ciaran Clark, che neutralizza i rari inserimenti di Diomansy Kamara, Erik Nevland e Clint Dempsey, attaccanti di un Fulham che paga la stanchezza della trasferta in Russia di Europa Cup e l’assenza di Danny Murphy, capitano e regista insostituibile degli uomini di Roy Hodgson.

Lo Stoke si insedia a 7 punti, in zona Champions, con il secondo successo casalingo consecutivo ai danni del Sunderland grazie alla rete di Dave Kitson, prelevato in estate dal Reading, con la difesa dei Black Cats che subisce un altro gol da palle inattive e sta cercando di porvi rimedio con un’offerta per l’acquisto di Michael Turner, centrale dell’Hull City.

Pareggio senza reti tra a Ewood Park tra Blackburn e West Ham, con le migliori occasioni tra i piedi del giovane canadese David Hoilett per i padroni di casa e del solito Carlton Cole per gli Hammers, che non possono ancora contare sul talento di Alessandro Diamanti ma su quello, in involuzione, di Luis Jimenez: primo punto per i Rovers, dopo le due sconfitte iniziali, che dovranno lottare parecchio per rimanere in Premiership.

Pareggio anche tra Wolverhampton e Hull City, con botta e risposta Geovanni-Richard Stearman nel primo tempo: meglio gli arancioni di casa, più volte pericolosi con Kevin Doyle, Sam Vokes e Andy Keogh, che nel prossimo match potranno schierare Segundo Castillo, nazionale ecuadoregno prelevato in prestito dalla Stella Rossa.

Classifica: Chelsea 12; Tottenham 12; Manchester City 9 #; Manchester United 9; Stoke City 7; Sunderland 6; Burnley 6; Arsenal 6 #; Liverpool 6; Aston Villa 6 #; Birmingham 4; West Ham 4 #; Hull 4; Wolves 4; Fulham 3 #; Wigan 3; Everton 3 #; Blackburn 1 #; Bolton 0 #; Portsmouth 0.

## Una partita disputata

Marcatori 4 reti Jermaine Defoe (Tottenham) 4 reti Wayne Rooney (Man Utd) 3 reti Didier Drogba (Chelsea) 3 reti Emmanuel Adebayor (Man City) 3 reti Fernando Torres (Liverpool) 2 reti Francesc Fabregas (Arsenal) 2 reti Darren Bent (Sunderland) 2 reti Abou Diaby (Arsenal) 2 reti Stephen Hunt (Hull) 2 reti Kenwyne Jones (Sunderland) 2 reti Michael Ballack (Chelsea) 2 reti Glen Johnson (Liverpool) 2 reti Stephen Gerrard (Liverpool) 2 reti William Gallas (Arsenal) 2 reti Nicolas Anelka (Chelsea)

Top 11: 1 David Jensen (Burnley) 2 Glen Johnson (Liverpool) 3 Ashley Cole (Chelsea) 4 Michael Ballack (Chelsea) 5 Ciaran Clark (Aston Villa) 6 Sylvain Distin (Everton) 7 Aaron Lennon (Tottenham) 8 Steven Gerrard (Liverpool) 9 Nicolas Anelka (Chelsea) 10 Peter Crouch (Tottenham) 11 Gareth Barry (Man City)

Flop 11: 1 Mark Schwarzer (Fulham) 2 Emmerton Boyce (Wigan) 3 Paul Konchesky (Fulham) 4 Michael Brown (Portsmouth) 5 Aaron Mokoena (Portsmouth) 6 Andre Bikey (Burnley) 7 Jonathan Greening (Fulham) 8 Luis Jimenez (West Ham) 9 Kenwyne Jones (Sunderland) 10 David Paterson (Burnley) 11 Albert Riera (Liverpool)

Prossimo turno: Sabato 12 Settembre 2009 Blackburn – Wolverhampton Liverpool – Burnley Man City – Arsenal Portsmouth – Bolton Stoke – Chelsea Sunderland – Hull Tottenham – Man Utd Wigan – West Ham