Mardona non si può cacciare… è Maradona. Crediamo che sia questo il dilemma che attanaglia in queste ore i vertici della federazione argentina. Il Pibe de Oro non ci capisce più niente della sua Seleccion che stenta a giocare ma perde partite con una facilità disarmante. Allora ieri Maradona, nel tentativo di risollevarse le sorti dell’albiceleste dopo il crak di Rosario contro il Brasile si è affidato al pupillo Messi e al genero Kun Aguero. Il risultato? Paraguay 1, Argentina 0.



«Non mi distruggeranno – ha fatto sapere Diego al termine del match -. Non immaginavo di ritrovarmi in questa posizione, mi piacerebbe essere più in alto, ma questa è la realtà e la dobbiamo affrontare. Abbiamo ancora una chance. Dobbiamo ancora risolvere un puzzle, ma l’Argentina ha i giocatori per uscire da questa situazione. Abbiamo un sacco di infortunati, ma speriamo di recuperarli». Lui ci crede, ma probabilmente c’è chi non crede più in lui come allenatore. Le nazionali hanno bisogno di una guida e di un selezionatore per funzionare. Mardona sembra più un alchimista, una sorta di uomo delle provvidenza, un ex campione che siede sulla panchina per meriti di orgoglio nazionale più che per una reale capacità. Alchimie, dicevamo, mentre serve concretezza. Prendiamo Messi: ha bisogno di un uomo che gli faccia da sponda per liberare il suo immenso talento, uno che lo supporti in quello che nel gergo della pallacanestro si chiama “dai e vai”. Milito sarebbe l’uomo ideale, ma non gioca. In difesa sono stati provati tutti tranne il migliore, Walter Samuel, che si allena beatamente alla Pinetina mentre i compagni scivolano in basso nella classifica del girone (mancano due partite e sono quinti, per ora accederebbero allo spareggio). Idem per Cambiasso: l’Argentina ha in casa la cerniera di centrocampo che ogni squadra vorrebbe: Cambiasso-Mascherano. Ma gioca solo il secondo, l’interista Maradona non lo vede proprio, al di là dell’attuale infortunio. 



Mancano due partite che la Seleccion deve vincere a tutti i costi. Un mondiale senza Argentina non sarebbe un mondiale. Per farlo Maradona deve fare solo una cosa: mettere in campo una formazione logica.

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