A.S. ROMA – Sembra proprio che lo stadio Olimpico abbia quasi raggiunto l’eta pensionabile, a maggior ragione dopo la finale di Champions League giocata nel maggio 2009 proprio a due passi dal Tevere. A quanto pare, sia la Lazio che la Roma, in un futuro più o meno prossimo, trasferiranno altrove la sede delle proprie partite. Per quanto riguarda il club giallorosso, l’idea, balenata già da diverse settimane, è stata resa chiara da Rosella Sensi, presidente e ad della Roma, che considera l’Olimpico «troppo scomodo» e «troppo oneroso per le tasche della società».
Nei giorni scorsi la manager, accompagnata da alcuni tecnici, si è mossa per illustrare i progetti a Comune e Regione incassando un ok convinto: Gianni Alemanno ha infatti parlato di “un’idea funzionale e vincente”. Secondo il primo cittadino della Capitale “spazio per realizzare lo stadio c’è, così come c’è una legge nazionale in itinere per sostenere queste iniziative”. Soddisfatto anche il governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo che ha visionato le carte e le proposte presentategli da Rosella Sensi. Lo stadio, che sarà intitolato a Franco Sensi, dovrebbe sorgere nella zona di Massimina, in un’area di 140 ettari sulla destra della Via Aurelia. Per la famiglia Sensi si tratterebbe di una realizzazione a costo zero attraverso un’operazione di project financing.
L’impianto sportivo del futuro dovrebbe avere 60mila posti a sedere e poi ristoranti, bar e punti vendita ufficiali del merchandising romanista. Una vera cittadella dello sport a cui si affiancherebbe anche la realizzazione di centinaia, se non migliaia, unità abitative. Il tutto ovviamente dovrà essere servito da una rete di vie di comunicazione (strade, ferrovia ecc) per poter collegare la città con il nuovo epicentro giallorosso. Entusiasmo da più parti ma anche alcune diffidenze.
Se le istituzioni locali hanno risposto positivamente dando un assenso di massima al progetto e alla zona presa in esame, giungono però le prime critiche. Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, ha espresso più di un dubbio in merito alla maxi operazione. “Roma non ha bisogno di nuovi stadi, tanto meno di scempi e speculazioni in aree agricole vincolate come quelle sull’Aurelia, con ristoranti case e megastore”, ha dichiarato Parlati. “Invece di trasformare in una moderna cittadella dello sport le aree dell’Olimpico e del Flaminio – spiega l’esponente di Legambiente- si afferma che servono centinaia di migliaia di metri cubi di nuovo cemento. E che fine faranno gli stadi già esistenti?”. Gli fa eco Roberto Della Seta, senatore del Pd: “Anch’io come tanti romani ho molto a cuore le sorti sportive e societarie della Roma, ma il progetto del nuovo stadio è un’autentica follia urbanistica”.
A quando la presentazione del progetto? In teoria la conferenza stampa, alla quale saranno presenti la Sensi, Alemanno e Marrazzo, avrebbe dovuto svolgersi in questi giorni ma è stato proprio il sindaco di Roma, interpellato dai cronisti, a dichiarare che “al momento non è ancora prevista una data per la conferenza stampa relativa al nuovo stadio della Roma”. Quindi si attende la prossima settimana, magari il 22 settembre, individuato dai più come giorno “papabile” per la presentazione ufficiale dell’ambizioso progetto giallorosso. Infatti, alla base della scelta societaria, vi è una strategia a lungo termine volta ad aumentare il valore economico dell’As Roma e magari a stabilizzare una volta per tutte il timone della dirigenza in mano alla famiglia Sensi.
Al momento, infatti, la situazione non è per nulla rosea: c’è Unicredit alle porte che esige i lauti crediti accumulati in questi anni, poi c’è l’imprenditore farmaceutico Angelini, che nei giorni scorsi ha più volte ribadito la sua volontà di acquistare il club, e infine ci sono i tifosi. Tra mille polemiche e critiche, ultima la contestazione di circa una settimana fa a Trigoria, il tifo giallorosso è scettico e preoccupato se non apertamente critico nei confronti dell’attuale dirigenza. Chissà che uno stadio non riporti la felicità.
(Marco Fattorini)