CALCIO – E’ caos assoluto a Napoli. De Laurentiis è stato protagonista di una sfuriata a fine gara licenziando pubblicamente lo storico dg azzurro Pierpaolo Marino. Dure le parole del patron partenopeo, tornato in questi giorni dagli States per cercare di prendere per mano una situazione disastrosa. «Lo incontrerò domani – spiega il numero uno degli azzurri riferendosi a Marino – non oso pensare che lui voglia compromettere questa sua fede per il Napoli, dichiarata più volte, per assumere atteggiamenti incongruenti. Da Marino mi aspetto solo spiegazioni, voglio capire perché in questi anni tutto quello che io ho chiesto è stato disatteso. Non mi sono voluto applicare, fidandomi al 100%. Spesso gli dicevo: ‘Perché non facciamo così?’, e mi rispondeva che in base ai suoi 35 anni di esperienza non era possibile fare in quel modo. Avremmo fatto sicuramente meglio se in qualche occasione m’avesse ascoltato».



De Laurentiis prosegue: «Gli dissi, quando rilevai la società, che gli avrei voluto affiancare un direttore sportivo. Mi rispose che se l’avessi fatto se ne sarebbe andato via. Allora sbagliai: avrei dovuto lasciarlo andare. Questa società era diventata monocratica, lui era tutto. Un diggì non può preoccuparsi soltanto della partita. Ma vi pare che avrei potuto lesinare su 4-500 mila euro per potenziare la dirigenza? A livello direzionale io non ho in società una persona che parli l’inglese ed il francese. E poi, perché a Roma non ho mai ricevuto il resoconto settimanale della rete degli osservatori? Io, prendendo il numero 1, pensavo di arrivare in alto, al 1° posto». Poi aggiunge: «Io chiudo con un utile, quest’anno, di 18 milioni: solo la Lazio è riuscita ad andare bene come il Napoli. A un certo punto mi sono chiesto: perché devo pagare i calciatori con un valore eccessivo e poi non riesco nemmeno a piazzarli ad altre squadre? A Castelvolturno ho fatto interventi precisi per evitare malattie: mancavano i bocchettoni alle docce, me ne sono occupato personalmente. La palestra? L’ho pagata 110mila euro, me l’ha chiesta Donadoni ma doveva chiedermela Marino. Pensate, ho saputo che i dipendenti nell’orario di spacco devono starsene nelle loro macchine, perché lui chiude a chiave la sede: una roba dell’altro mondo. Appena si è chiuso il mercato se n’è andato in vacanza per 12 giorni lasciando allenatore e squadra. Solo perché Donadoni l’ho preso io, lui l’ha lasciato solo».



Chiusura riservata a Donadoni e al suo futuro: «E’ una brava persona. C’è da capire se il suo gioco si addice ai giocatori che ha. Sono anni che voglio il 4-4-2: perché devo avere 25 giocatori e non posso vedere qualcosa di diverso? Per il momento non ho ancora pensato a un allenatore che mi piace, ma entro martedì prossimo saprete se sulla panchina ci sarà ancora Donadoni o un eventuale sostituto».

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