L’avvocato Gianni Agnelli era un grande estimatore dei giocatori di fantasia. A sette anni dalla sua scomparsa abbiamo chiesto un commento a Domenico Marocchino, calciatore estroso e al tempo stesso discontinuo, di tracciare un ricordo dell’Avvocato. Sono due le immagini principali che ritornano alla memoria dell’ex centrocampista bianconero: la profonda conoscenza dei calciatori e, fra il primo e il secondo tempo, la capacità di mettersi in ascolto di mister Trapattoni. Parlando di Agnelli, non si può non fare riferimento alla situazione attuale della dirigenza, che non sta vivendo un periodo facile. Per Marocchino bisogna avere pazienza e anche gli errori commessi sul mercato sono normali per una società nuova. Al di là delle considerazioni sulle diverse responsabilità, all’Olimpico questa sera arriva la Roma di Claudio Ranieri, una gara, per utilizzare il termine scelto da Marocchino, «sul ghiaccio».



Marocchino, cosa ricorda quando pensa alla figura dell’avvocato Agnelli?
Ho due ricordi particolari. Il primo è collegato a quando la domenica mattina ci raggiungeva a Villar Perosa. Lui arrivava con l’elicottero da Torino e ci riceveva in villa. Voleva sapere tutto di tutto e di tutti. Ci chiedeva come stavamo ed era a conoscenza dei nostri piccoli acciacchi. Il secondo ricordo è, invece, legato alle partite. Fra il primo e secondo tempo qualche voltea scendeva negli spogliatoi, ma non interveniva mai: non diceva una parola, si metteva in ascolto di mister Trapattoni.
Era anche un profondo estimatore dei giocatori estrosi, c’è qualche aneddoto da raccontare?
Mi chiedeva se ero in condizione o meglio mi chiedeva, visto che sapeva com’ero, se ero in luna positiva o no. Ho vivo il ricordo di una persona discreta ed elegante: erano queste le due caratteristiche che balzavano agli occhi di chi lo incontrava.
Passando ai giorni nostri, a questa Juve quanto manca l’Avvocato?
Sicuramente è una persona che manca. Oltre all’Avvocato e al Dottore (Umberto Agnelli, ndr) c’era un’organizzazione consolidata.
E oggi?
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Dopo il terremoto di calciopoli ci vuole tempo per crescere. I dirigenti sono nuovi e in questo caso il ritorno di Bettega, vuoi per la competenza vuoi per la passione per questi colori, è importante.
La tifoseria rimpiange la vecchia gestione…
Alla tifoseria non piace aspettare. Non è facile tornare ad alti livelli. Per essere competitivi ci vuole pazienza. Se prendiamo ad esempio l’Inter ha dovuto attendere e, soprattutto, ha dovuto spendere molto per ritornare in alto.
Sono stati commessi degli errori in fase di mercato?
Gli errori li commettono tutti. Anche i giocatori possono sbagliare qualche annata e attraversare un periodo meno positivo.
E sull’ultimo arrivato Candreva cosa può dire?
E’ un ottimo giocatore consigliato da Lippi: è veloce e ha un buon tiro. Può fare, inoltre, diversi ruoli in mezzo al campo e questo può fare al caso della Juve che ha molti infortuni. In Italia c’è, però, la fretta di etichettare subito i giovani, ma bisogna anche qui saper aspettare.
Questa sera contro la Roma, però, la Juventus non ha più bonus a disposizione. Che partita sarà?
Una sfida ansiolitica. Un risultato negativo potrebbe creare dei seri problemi. La partita è delicata, direi che si gioca sul ghiaccio.
Ranieri cercherà rivincite?
No, Ranieri non cerca rivincite, cerca solo di fare il massimo con la sua squadra che punta in alto. Del resto anche alla Juve ha fatto bene. Sarà uno scontro al vertice.
(Luciano Zanardini)

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