SCONTRI ITALIA-SERBIA – Poteva finire con un bilancio ancora più preoccupante lo scontro fra i tifosi serbi e la polizia italiana nella notte di martedì. A raccontarlo sono alcuni ultras. «Siamo tutti “credere, obbedire, combattere”. Siamo fascisti – si legge sulla Gazzetta dello Sport di oggi – un italiano ha tirato fuori una bandiera dell’Albania e dell’Italia. I serbi si sono arrabbiati e un capo ha bruciato quella dell’Albania. Gli scontri? C’entra la politica e anche il Gay Pride, ma su questo non parlo. La gente voleva fare violenza, spaccare tutto».
Un altro, invece, svela un retroscena agghiacciante: «Abbiamo comperato i razzi di segnalazione in un negozio di via Gramsci – dice Slobo – e siamo entrati senza problemi. Non siamo nazisti, siamo nazionalisti e contro l’ingresso della Serbia nella Ue e contro il Kosovo libero. A Belgrado non possiamo manifestare e così Genova era il palcoscenico adatto per far conoscere le nostre idee. Se fossimo stati di più le avremmo date ai vostri poliziotti. Sono molto più piccoli dei nostri…».
Ed ora si teme per il ritorno in Serbia anche se la gara potrebbe disputarsi a porte chiuse o eventualmente in campo neutro: «Ci saranno problemi per il ritorno? Certo – conclude un altro tifoso – sia per la vostra Nazionale, sia per i tifosi che la seguiranno. Dopo quello che è successo stavolta, che vi aspettate?».