ESCLUSIVA ROMA – Roma come Torino. Appena spunta l’ombra di Marcello Lippi, Claudio Ranieri perde serenità e calma. Giorni difficili in quel di Trigoria. E appena il nome dell’ex ct della Nazionale è tornato in auge come possibile “traghettatore”, Ranieri ha perso il suo aplomb inglese. Ma non solo. Sembra aver smarrito quella lucidità, quella capacità di leggere le partite, che solo qualche mese fa lo aveva portato a vincere un derby dopo aver tolto dal campo De Rossi e Totti in un colpo solo. Quel tempo è ormai lontano. Oggi si contano errori grossolani come nell’ultima gara col Napoli, conferenze stampa in romanesco stretto e una serie di questioni aperte con alcuni giocatori. Tutti sintomi di un malessere generale che hanno reso il tecnico Testaccino vulnerabile. Proprio come ai tempi della Juventus, nella stagione in cui venne esonerato.



Stesso copione, stessi interpreti. Ma stavolta c’è di più. Sembra, infatti, che ad agitare il fumo del sigaro di Marcello Lippi ci abbia pensato Luciano Moggi. Almeno così suggeriscono alcune ricostruzioni fatte dalla redazione de ilsussidiario.net a partire da indiscrezioni raccolte in ambienti giallorossi. Ma cerchiamo di mettere un po’ di ordine, parola che di questi tempi a Trigoria sembra non andare tanto di moda. Claudio Ranieri, dopo la gara persa a Brescia per clamorose sviste dell’arbitro Russo, ai microfoni di Sky, anche se non citandolo direttamente, attacca frontalmente l’ avversario di sempre: «C’è chi si muove nell’ombra, qualcosa c’è. Lippi? I nomi e i cognomi i giornali li hanno fatti, si vede che sanno qualcosa anche loro…». Aggiungendo poi: «A Torino lo sapevo che era Lippi. D’altra parte lo sapevano tutti, c’era stata la famosa cena della piadina». La società in quella notte di polemiche fece quadrato intorno al suo allenatore e alla squadra. Ma ieri, dopo l’ennesimo capitombolo in campionato e la prova non brillante (per usare un eufemismo) in Coppa col Cluji, il clima è cambiato. Rosella Sensi avrebbe chiamato i suoi dirigenti allarmata: «Avete visto dove siamo finiti? Bisogna lavorare di più, così non si può andare avanti». La presidentessa avrebbe poi aggiunto: Ranieri, come accadde a Torino, è andato in confusione dopo le voci su Lippi.



Nonostante la prima vera bacchettata da parte del numero uno giallorosso, sembra difficile che Ranieri possa essere sollevato dal suo incarico. O almeno, riteniamo che ciò non avverrà fino al cambio di proprietà, a meno che la situazione non precipiti ulteriormente. Un passaggio di mano dal tandem Unicredit-Sensi ai nuovi proprietari che sarebbe dovuto avvenire in tempi brevi, i primi di ottobre, ma che sembra aver subito una drastica frenata. Al momento in casa Unicredit non si registrano in merito grandi novità, anche per il terremoto causato dalle dimissioni di Alessandro Profumo e la nomina del nuovo ad del gruppo.



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La banca Rothschild, scelta da Unicredit per trovare i possibili acquirenti, dopo una fase preliminare di consultazioni ha inviato il “fascicolo-Roma” a una ventina di soggetti che si sono detti interessati a conoscere i dettagli dell’operazione d’acquisto della società. Ma si sa, o almeno è trapelato, che di offerte eclatanti sul tavolo della Banca ce ne sono ben poche. Si parla di arabi, russi, americani. Tanti nomi, tante voci che fanno oscillare un titolo che forse la Consob farebbe bene a tenere più sotto osservazione, ma nulla di veramente concreto. Anche se in realtà una pista ci sarebbe. Certo,  forse la meno suggestiva e ricca, ma quella più vicina e “semplice”.

 

L’identikit porta dritti a un’altra famiglia di romani e romanisti, gli Angelucci. Un gruppo industriale forte, leader delle cliniche sanitarie, con i capitali giusti e gli appoggi giusti, non solo quelli politici. Avrebbero già avuto incontri con Unicredit e si starebbero muovendo per formalizzare l’offerta. Ma non solo. Ipotizziamo che abbiano già informalmente preso contatto con gli attuali dirigenti della Roma (molti dei quali verrebbero confermati) e si siano mossi per crearsi un proprio staff di consiglieri. Tra questi ci sarebbe in primis Luciano Moggi, uomo che di calcio ne capisce molto, grande conoscitore degli ambienti giallorossi e dei palazzi romani.

A lui, secondo la nostra fantasiosa ricostruzione, dobbiamo il ritorno del fantasma di Lippi. Infatti, lavorando ulteriormente di”macchinazione”, possiamo facilmente intuire che sarebbe stato proprio Lucianone, per conto dei nuovi aspiranti proprietari, a portarsi avanti col lavoro e a chiedere a Lippi la disponibilità a sedere sulla panchina della “sua” Roma. Tra i due il legame è forte, l’amicizia vera e salda, fin dai tempi di Torino.

Se queste siano semplici voci o qualcosa di più, solo il tempo potrà dirlo. In attesa che la nebbia si diradi e le ombre vengano dissipate. Rendendo tutto più visibile. E chiaro. A tutti.

 

 

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