Il doppio salto dalla C alla A non è poi così impossibile. Il Novara ci crede anche sulla scorta di quanto fatto negli ultimi due anni dal Cesena di Pierpaolo Bisoli. La ricetta? Un gruppo compatto e tanta voglia di emergere. Due caratteristiche che accomunano i piemontesi ai romagnoli. In questa intervista rilasciata in esclusiva a ilsussidiario.net Pierpaolo Bisoli lancia il Novara verso il traguardo della massima serie perché ha tutte le caratteristiche per centrare la promozione: «Ha un gruppo compatto, gioca bene e dispone di giocatori interessanti». L’ex tecnico del Cagliari individua il gruppo come l’arma in più per sopperire al cambio di categoria. Il suo Cesena all’avvio del campionato cadetto fece 14 risultati utili consecutivi, maturando «la consapevolezza che con la voglia potevamo cercare di arrivare fino in fondo». Certo può recitare un ruolo importante anche il fattore sorpresa. «All’inizio – spiega Bisoli – ti snobbano; pensano che in quanto neopromossa prima o poi inciampi; se non ti fai condizionare, i risultati arrivano. Quando siamo partiti, tutti ci consideravano già retrocessi, poi in lotta per la salvezza e così via. Nel ritorno abbiamo avuto uno scatto di convinzione per cercare di fare l’impresa».



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Quando si realizza un sogno, le componenti determinanti sono molte e non sono ascrivibili a un solo calciatore: «Non ci può essere un giocatore simbolo, c’è un gruppo di giocatori». In questi tre anni ha potuto vedere da vicino tutti e tre i campionati per affermare che dalla C alla B «non c’è poi tanta differenza, mentre in A non sono ammessi gli errori. In B, invece, qualche passo falso è ammesso. Dalla C alla B si possono vedere squadre come il Cesena e come il Novara che con gli stessi giocatori e gli stessi interpreti fanno bene». Dopo la doppia promozione Bisoli ha chiuso la bella parentesi di Cesena senza particolari rimpianti: gli accordi si fanno in due e a distanza di tempo (con l’esperienza negativa – per i risultati, non per il gioco – a Cagliari) sarebbe «troppo facile» dire di aver sbagliato valutazione. Restano, comunque, due anni indimenticabili. E oggi, «sereno (so di avere dato tutto)», segue le partite di A e di B, pronto a rientrare in Italia non all’estero («mi piace il campionato italiano») e senza preclusioni legate alla categoria.



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