AMERICA’S CUP 2010 – La prima regata tra Alinghi e Bmw Oracle ha visto vincere gli americani. Dopo due rinvii (lunedì e mercoledì), ieri finalmente le condizioni meteo sono state buone, soprattutto per lo sfidante.

Le due ore e mezza di gara sono state per Bmw Oracle una cavalcata solitaria, mentre per Alinghi una sofferenza. Al traguardo il distacco si aggirava sugli otto minuti e, con la penalità (inflitta prima del via e scontata all’arrivo), ha raggiunto i 15’28”. Un’ingenuità che ha pesato per tutta la sfida sul morale dell’equipaggio detentore.



L’ala rigida che spinge il trimarano statunitense (alta quasi 70 metri, grande quanto quella di un jumbo, formata da nove pannelli indipendenti e regolati dai computer di bordo) con vento superiore agli 8-10 nodi ha segnato la differenza fin dalla partenza, facendo apparire la velatura “classica” di Alinghi qualcosa di ormai superato, almeno a questi livelli. E ciò nonostante il catamarano del consorzio svizzero sia, a sua volta, un concentrato di tecnologia.



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La barca del patron Ernesto Bertarelli, come detto, è stata anche gravata da una penalità, per non aver agevolato l’approccio di Bmw Oracle alla linea di partenza. Ma lo scafo del magnate Larry Ellison, sfruttando al meglio il vento rimasto piuttosto costante lungo tutto il percorso (40 miglia, 20 per lato), ha dato l’impressione di poter comunque controllare le mosse dell’avversario.

 

Bmw Oracle ha avuto un solo momento di indecisione, quando si è “piantato” al via, permettendo ad Alinghi (timonato dallo stesso Bertarelli) di prendere un vantaggio di circa 400 metri sul lato di bolina. Ma non appena il trimarano ha trovato la sua andatura ideale ed il vento è salito oltre i 12 nodi non c’è stata più storia. Riacciuffato Alinghi in un quarto d’ora, il distacco è poi aumentato inesorabilmente, nonostante Bmw Oracle si permettesse di navigare con la sola randa.