Una piccola città e un sogno sportivo molto importante. E’ la storia del Sassuolo calcio, squadra da tempo a i vertici della serie B che spera di andare in serie A già in questa stagione. Un miracolo guidato dall’allenatore Stefano Pioli, che racconta, in esclusiva per ilsussidiario.net, i segreti dei neroverdi.



Pioli, questo Sassuolo punta veramente in alto. La serie A non è un sogno irrealizzabile…

Io direi di andarci piano.Certo siamo ai vertici della serie B ma il campionato è ancora lungo. Nei programmi di inizio stagione c’era il raggiungimento della zona playoff, per quanto riguarda la promozione ce la dobbiamo ancora giocare e dobbiamo mantenere i piedi per terra.



Le avversarie più difficili quali sono?

Tutte quelle che sono vicine in classifica. Il Lecce è una grande squadra, il Cesena non molla mai, il Grosseto è ormai una realtà, l’Empoli sa farsi rispettare e il Brescia è molto forte. E c’è anche il Torino che ha tutti i mezzi per risalire posizioni di classifica…

Il segreto di questo Sassuolo qual è?

C’è una societa molto seria alle spalle che ha investito nel calcio e crede in questo progetto. Ci sono idee e programmi chiari. Un’azienda come la Mapei che sostiene il Sassuolo che dà sicurezza. E poi naturalmente c’è un gruppo di giocatori molto validi.

Ce ne potrebbe segnalare qualcuno?

Rossini e Bianco sono due giovani molto promettenti, che hanno davanti a se un futuro molto interessante. Possono veramente fare una grande carriera.

Il Sassuolo potrebbe essere il nuovo Chievo?

Il Chievo già da alcune stagioni fa parte della serie A: si è imposto come società e come squadra. Noi dobbiamo fare ancora questo percorso. Certo un paragone del genere ci fa molto piacere. Ma dobbiamo ancora conquistare quei traguardi che la società veronese ha raggiunto.

 

La città di Sassuolo come vive questo piccolo miracolo?

E’ molto legata alla squadra. C’è un affetto e un tifo incredibile. Nonostante questo non si sente la pressione del risultato a ogni costo, Sassuolo in questo senso è veramente un paradiso. Si lavora bene e si vive il calcio nella maniera giusta.

 

Lei ha allenato in molti club dell’Emilia e nello stesso tempo è di Parma. Ci può spiegare la grande tradizione calcistica di questa regione?

E’ vero l’Emilia ha una grande tradizione calcistica. Ci sono società storiche in serie A come il Bologna e il Parma. In B ci sono il Modena, il Piacenza e il Sassuolo. In Romagna c’è il Cesena. E’ una regione che ama questo sport, avendolo vissuto anche ad alti livelli, c’è competenza e professionalità. Un luogo ideale per lavorare bene.

Un po’differente da Fiorentina e Juventus, due club dove lei è stato da giocatore…

A Firenze c’è tanto entusiasmo e una passione incredibile. La Juventus è la storia del calcio italiano e mondiale…

 

A Torino lei ha avuto come allenatore Trapattoni. Come lo ricorda?

Un grande personaggio che sapeva instaurare con i giocatori un bellissimo rapporto umano. Sapeva valorizzarti. Ho imparato tanto da lui.

 

Dove le piacerebbe allenare in futuro?

L’importante e allenare e farlo bene. Certo sono rimasto molto legato alla Fiorentina perché è la società dove sono stato più tempo da calciatore. Andare sulla panchina di questo club sarebbe il coronamento di un sogno.

(Franco Vittadini)