ESCLUSIVA CHAMPIONS LEAGUE INTER CHELSEA – Mercoledì sera Fabio Borini, attaccante italiano del Chelsea, si siederà sulla panchina degli uomini di Ancelotti pronto a subentrare in caso di necessità nella sfida di Champions. A Londra il giovane classe 1991 sta vivendo un’esperienza sportiva e umana molto interessante. L’abbiamo contattato telefonicamente per farci raccontare, in esclusiva per ilsussidiario.net, come si prepara un match così delicato e quali sono le sue aspettative. A San Siro Fabio può tagliare diversi traguardi: la prima in Italia da giocatore, la prima a San Siro e la prima apparizione in Champions lontano da Stamford Bridge. In questa intervista parla anche dell’Under 21 e del rapporto con i suoi compagni di nazionale Balotelli e Santon, prossimi avversari.



Fabio, come si prepara il Chelsea alla trasferta di San Siro?

L’ambiente è tranquillo. Non c’è una preparazione speciale o meglio non si fa nulla di diverso dalle altre gare.

Può essere un vantaggio giocare il ritorno allo Stamford Bridge?

Cambia poco giocare in casa o fuori quando si ha di fronte una squadra tra le più forti al mondo. Sarà una bella battaglia tra due formazioni che sono al primo posto nei rispettivi campionati.



Una gara da dentro o fuori o ci si gioca tutto al ritorno?

Il match non si chiude in una partita: l’andata è come il primo tempo, il ritorno come il secondo.

Qual è il punto di forza delle due formazioni?

Il nostro punto di forza è nel gioco e nel fatto di avere un attaccante come Didier (Drogba, ndr), ma anche l’Inter ha attaccanti con grandi individualità come Milito. Si troveranno di fronte due squadre che si daranno battaglia.

Per te questa sfida può avere un sapore particolare?

Sarà la prima volta che arrivo in Italia da giocatore e, spero (dipende da come si mette la partita), la prima in Champions in trasferta: a Londra, infatti, ho già giocato. E sarà la prima volta a San Siro da giocatore.



In tribuna non mancheranno i tuoi parenti…

Come sempre ci saranno mio padre, mia madre, mia sorella e il mio procuratore (Marco De Marchi n.d.r).

Senti di dover dimostrare qualcosa a qualcuno?

Non devo farmi notare, penso di essermi fatto notare già qua in Inghilterra.

 

Incontrate una squadra che è molto arrabbiata con la classe arbitrale. Hai seguito la vicenda?

Sono lontano dalle polemiche, non seguo questi particolari del calcio italiano.

 

Cosa si racconta di Mourinho a Londra?

Di Mourinho qui a Londra hanno sempre un bel ricordo. Io sono arrivato quando lui se ne stava andando e, quindi, non ho avuto modo di conoscerlo.

 

Quanto è importante avere un connazionale come allenatore?

La presenza di Ancelotti mi ha aiutato sicuramente nell’ambientamento per il fatto che mi ha portato ad avere fiducia in me stesso. Non ho, però, avuto agevolazioni.

 

In molti lamentano una diversità di atteggiamento, fuori e dentro il campo, tra il calcio nostrano e quello inglese, sei d’accordo?

In Italia conta di più il risultato e c’è molta differenza tra le grandi e le piccole. In Inghilterra, invece, è sempre una battaglia fisica anche con le piccole squadre: la vittoria non è mai facile. Si sente di più anche il supporto dei tifosi perché gli stadi sono sempre pieni.

 

A proposito di tifosi, il tuo compagno nell’Under Mario Balotelli è sempre al centro di molte polemiche. Cosa ne pensi?

Mario è un grande giocatore, che sa quello che deve fare. Deve continuare ad ascoltare Mourinho. Forse è un po’ troppo istintivo. Ultimamente ho visto che sta facendo molto bene.

 

Potrebbe fare bene anche in Inghilterra?

Non lo so dipende da molte cose.

 

Come vedi l’Under 21 di Casiraghi?

L’Under 21 è una grande squadra con tanti giocatori che giocano in prima squadra. Siamo un buon organico.

 

C’è qualche tuo compagno in azzurro con il quale sei in contatto?

Sento Ogbonna, che è venuto anche a trovarmi qui a Londra, e Santon.

 

Anche lui ha attraversato un momento difficile…

Abbiamo parlato, adesso si sente bene.

 

Cosa stai imparando da questa esperienza inglese?

Mi ha insegnato molto. Ho imparato a non mollare mai e a mettere in campo l’aggressività. Se non si ha la voglia di fare, il talento serve a poco. Sul piano sociale ho imparato anche a vivere lontano da casa, una cosa che, calcio a parte, consiglierei a molti per vivere e crescere anche in un altro contesto.

 

E con l’inglese come te la cavi?

Ormai è la seconda lingua.

 

Regala un saluto ai tuoi tifosi del Chelsea…

Thanks of support you give me.

 

Good luck Fabio.

 

(Luciano Zanardini)