INTER CHELSEA – Più che il gioco la grinta, più che il risultato la convinzione. L’Inter che esce dalla sfida di Champions League con il Chelsea ha conquistato molto più che una vittoria, ha conquistato la consapevolezza di essere una big d’Europa. La determinazione, la cattiveria e la convinzione con cui i ragazzi di Mourinho sono entrati in campo era quella dei weekend di Campionato, che regolarmente spariva il mercoledì. Pronti via, il ruggito di San Siro mette le ali ai nerazzurri che sfondano subito sull’asse Motta, Eto’o, Milito.



El Principe dribbla Terry come se fosse un ragazzino e deposita in rete. E’ il terzo minuto del primo tempo e il boato di San Siro esplode fragoroso e incontenibile. Non è semplice gioia, è letteralemente una liberazione per gli ottantamila del Meazza. Gli uomini di Ancelotti, è ovvio, non ci stanno e avanzano a spallate. Sono alti, grossi, fortissimi e l’Inter, seppur non perda mai la testa arretra, piano piano, fino al gol del pareggio firmato da Kalou, complice un Julio Cesar non irresistibile.



Ci risiamo? L’Inter è sull’orlo di un precipizio, la convinzione dimostrata nel primo tempo dai nerazzurri sembra sfiorire di fronte agli uomini di Ancelotti e i fantasmi del passato volteggiano sopra il prato di San Siro. Invece no. Questa è un’altra Inter. La reazione è rabbiosa e l’insistenza con cui Cambiasso cerca e trova il gol del definitivo 2 a 1, arrivato solo 4 minuti dopo il pareggio del Chelsea, è quella di un leader vero.

 

Al resto ci pensa Lucio che intimidisce Drogba, Anelka, Lampard, chiunque si presenti davanti all’area nerazzurra. Recupera palle in cielo e tappa qualsiasi buco. Non è più la stessa Inter e chiaramente conta anche la sorte: a Manchester due pali di Ibrahimovic e Adriano (sembrano passati anni luce) ieri il palo l’ha preso Drogba e l’arbitro ha sorvolato su un rigore… Ma questo è il calcio…




(Francesco Lovati)