EUROPA LEAGUE – ROMA PANATHINAIKOS – Roma, addio coppa. La passerella continentale dei giallorossi si ferma, ironia della sorte, tra le mura amiche dell’Olimpico subendo la rimonta pesantissima del Panathinaikos di Cissè e Ninis. Dall’1-0 all’1-3, colmato poi inutilmente da una rete di De Rossi. 



Il risultato non lascia spazio a grandi margini di fantasia anche se la serata era cominciata sotto i migliori auspici. Stadio affollato di oltre 50mila tifosi (che qui non si vedevano da un po’), coreografie della Sud e degli oltre 7000 greci accorsi a Roma. E poi le parole di Ranieri alla vigilia: “mi piacerebbe riportare a Roma, dopo cinquant’anni, questo trofeo che si chiamava Coppa delle Fiere”. Ultimo, il vantaggio momentaneo procurato da Riise che ha catapultato tutti quanti agli ottavi in un baleno. Senza però fare i conti con l’oste greco.  La punizione del norvegese infatti non è  stata sufficiente a chiudere una partita che, come all’andata, i giallorossi non sono riusciti ad amministrare nonostante il vantaggio che, seppur di misura, avrebbe assicurato la qualificazione matematica.



La difesa ha rivelato un’insolita fragilità, lasciandosi sorprendere in occasioni determinanti, a centrocampo si è faticato tanto e là davanti il solo Mirko Vucinic ha provato a dimenarsi tra gli avversari e ce l’ha messa tutta con il suo fisico e il suo talento. Le assenze, si sa, non sono un alibi ma la partita dell’Olimpico ha mostrato ancor di più la vitale importanza di Pizarro, insostituibile in mezzo al campo, e di Julio Sergio di cui Doni (6 gol subiti in tre partite) ultimamente non riesce ad essere neanche la brutta copia. Inutile poi l’assalto disperato del secondo tempo che, nonostante i ripetuti tentativi giallorossi, non ha riportato i risultati sperati.



 

"Paghiamo un eccesso di generosità — commenta Claudio Ranieri —: volevamo chiudere subito la gara e invece dovevamo aspettare. Stavolta, abbiamo sbagliato lettura e ci è mancata la solita compattezza". Ma l’aspetto ancor più emblematico (e beffardo) risiede nel fatto che "tra andata e ritorno, ci siamo giocati la qualificazione in dieci minuti. Ma questi momenti di follia non mi preoccupano, non diventeranno una tendenza".

 

Dopo quattro mesi lo stadio Olimpico viene espugnato. Non accadeva da Roma-Livorno e ora ci hanno pensato i greci del Panathinaikos che, senza giri di parole, in una settimana sono diventati una vera bestia nera per la squadra di Ranieri.

 

In queste situazioni però, non c’è il tempo neanche per il dispiacere:  il calendario è implacabile e domenica (cioè tra una manciata di ore) si va al San Paolo nella tana del Napoli dove, tra ambiente a dir poco caldo e avversario ostico, la Roma deve ritrovare serenità ma soprattutto quei punti fondamentali per proseguire la rincorsa al vertice. Parola d’ordine: lasciarsi alle spalle la batosta dell’Olimpico.

 

(Marco Fattorini)