JUVENTUS – Carico e determinato a fare bene, ma al tempo stesso un po’ titubante. Un paradosso? No, semplicemente è quanto si evince dallo stato d’animo di Alberto Zaccheroni, che a Livorno cerca il primo successo targato Juventus. Il tecnico romagnolo ha avuto una settimana intera per seguire da vicino la squadra e per infondere coraggio e sicurezza a tutto il gruppo. Nella delicata trasferta Zac molto probabilmente opterà per la conferma del modulo 4-3-1-2, anche se ha già fatto capire che sta valutando più ipotesi, non ultima quella – a lui cara – del 3-4-3 (in questo caso sarebbe mascherato in un 3-4-1-2 per mettere a suo agio Del Piero in attacco). Appare carico e determinato nella misura in cui, nonostante gli infortuni gli impediscano di poter disporre dei migliori interpreti, crede fortemente in una pronta rinascita della Vecchia Signora. Lascia, però, intravedere qualche segnale di timore quando fa capire che, forse, questa compagine avrebbe bisogno di una svolta anche sul piano tattico. In conferenza stampa ha utilizzato la metafora dei vestiti per spiegare come siano diversi gli abiti pronti all’uso per l’undici bianconero.



In allenamento è stata provata anche la soluzione a 3 difensori, che necessita di tempo, ma non va certo scartata a priori: bisogna, infatti, precisare che sulle fasce di fatto la Juve non cambierebbe molto, perché anche nell’attuale schieramento si prevede che i laterali facciano sia la fase offensiva che quella di copertura. Da persona attenta, Zaccheroni ha preferito non entrare subito a gamba tesa, puntando sul dialogo sta cercando di trovare la sintonia con i giocatori per capire (visto che siamo in presenza di campioni) se sono pronti anche a una nuova sfida sul piano tattico. In passato l’ex tecnico del Milan, come molti altri fautori del 3-4-3, è stato accusato di essere troppo intransigente sul modulo da adottare. Ha fin qui portato avanti la strategia migliore per il bene della Juve e per il suo futuro (il dopo Lippi in azzurro non è ancora definito). Sì, Zaccheroni vuole giocarsi le sue carte, pronto ad estrarre l’asso dalla manica.



(Luciano Zanardini)

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