AMERICA’S CUP – Finalmente si gareggia. Dall’8 al 12 febbraio 2010 si svolgerà a Valencia la sfida dell’America’s Cup tra Alinghi, il team svizzero vincitore dell’ultima edizione e Oracle, il team statunitense che vorrebbe conquistare questo prestigioso trofeo. Per commentare questa edizione dell’America’s Cup abbiamo interpellato, in esclusiva per ilsussidiario.net, Cino Ricci, skipper della “mitica” Azzurra, la barca italiana che nell’America’s Cup del 1983 arrivò in semifinale.



Come vede questa edizione dell’America’s cup?

Senza dubbio è sempre una sfida affascinante, con due barche, Alinghi e Oracle che si giocheranno fino all’ultimo la vittoria finale. Credo che se ci sarà poco vento vincerà Alinghi, se invece ce ne sarà molto Oracle potrebbe prevalere. Comunque si annuncia una finale equilibrata.



Forse tutte queste dispute legali non stanno facendo bene alla vela…

E’ la storia di questa competizione che ha una grandissimo passato e una grandissima tradizione. Certo se non ci fosse una competizione, legale, dentro la competizione sarebbe meglio…

In una prossima edizione dell’America’s Cup aperta anche a altre imbarcazioni come possono comportarsi i team italiani?

Possono fare bene anche se la concorrenza è molto forte. Ci sono diversi team di diverse nazioni in grado di ben figurare.

Che possibilità hanno secondo lei, i velisti italiani in vista di Londra 2012?

Direi buone. Possono sicuramente andare a medaglia. Devono soprattutto prepararsi bene e lavorare molto sul piano psicologico.



E Alessandra Sensini quante speranze ha?

Se si allena bene e si prepara con giudizio può anche andare a medaglia. L’unico problema per lei è che gli anni passano. Ma aspettiamo che ci sorprenda ancora una volta.

La stessa Sensini ha detto che Azzurra vincitrice della recente regata Louis Vuitton Cup in Sardegna dimostra la validità dei velisti italiani. Cosa pensa di tutto questo?

Penso che sia vero. I velisti italiani sono molto cresciuti. Ci stiamo allineando ormai ad altre nazioni con maggiore esperienza internazionale.

Che ricordi ha dei tempi di Azzurra?

 

Bellissimi. E’ stata un’esperienza fantastica che è rimasta negli annali dello sport italiano.

Com’è cambiato il rapporto tra vela e italiani in tutti questi anni?

 

Azzurra ha contribuito certamente a far esplodere la vela. Ora questo sport fa parte della vita e delle abitudini di tanti italiani.

 

Come Si diventa skipper importanti?

Bisogna far vela fin da piccoli. Poi magari partecipare a dei corsi aiuta sicuramente i ragazzi a crescere… Ci vuole però molta fortuna a trovarsi al posto giusto al momento giusto per poter diventare dei veri campioni.

 

Quali sono le nazioni leader di questo sport?

Direi Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Nuova Zelanda e Australia. Ma anche noi siamo sulla buona strada.

 

Com’è cambiata la vela in questi anni 2000?

Adesso più che prima per vincere conta avere tanti soldi e ingaggiare dei grandi velisti. Lo dimostra proprio Alinghi che è una barca svizzera. Quindi di una nazione che non ha tradizione in questa disciplina. Ma prendendo i migliori velisti ha vinto l’America’s Cup.

Com’è il suo rapporto con il mare?

E’ un rapporto di rispetto. Bisogna temere il mare e averne anche paura. Poi c’è il fascino di questo elemento, che per gli antichi era quasi un’entità divina.

 

(Franco Vittadini)