GIULIANO RAZZOLI – E’ Il campione olimpico di slalom speciale alle recenti Olimpiadi di Vancouver. Giuliano Razzoli è stato l’unico atleta italiano ad aver conquistato una medaglia d’oro ai Giochi a cinque cerchi del 2010. Una vittoria limpida, senza discussioni che ha portato alla ribalta un vero campione.



La sua storia è suggestiva: figlio di quella Emilia che trova nell’Appennino una delle sue parti più belle e più profonde, è stato portato allo sci dalla passione del padre. A Razzolo, frazione di Villa Minozzo, dove è nato, un paesino in provincia di Reggio Emilia, i suoi concittadini gli hanno tributato onori e feste degne di un re. La sua emozione più grande. Eccolo in questa intervista esclusiva per ilsussiidario.net.



Razzoli, come ci si sente con un oro olimpico al collo?

E’ una gioia immensa. Una cosa veramente incredibile.

Quanti sacrifici hai dovuto fare per diventare un campione?

Tanti ma ne è valsa la pena. Adesso sono qua, con una medaglia d’oro.

Suo padre in questo senso è stato molto importante?

Mio padre è stato decisivo. Mi ha trasmesso la passione per lo sci. Mi ha accompagnato nelle prime uscite. E’ stato straordinario. Fantastico. Il mio primo maestro.

Tre dei personaggi che hanno conquistato l’oro nello sci maschile, Zeno Colò, Alberto Tomba e Giuliano Razzoli, sono nati sugli Appennini. Solo due, Piero Gros e Gustavo Thoeni, sono nati sulle Alpi. Una vittoria importante di queste montagne d’Italia…



Se lo dite voi. Certo fa piacere questo successo così particolare. Ma in fondo sia Appennini che Alpi fanno parte di questa nazione. E’ sempre l’Italia che vince.

In questo senso si sente l’erede di Alberto Tomba?

Tomba è stato superlativo. La sua carriera è stata incredibile. Questo paragone mi lusinga, ma non mi sento ancora al suo livello.

Come giudica la prestazione della squadra italiana a Vancouver? Dopo buoni risultati in Coppa del Mondo non abbiamo un po’deluso?

Certo in Coppa del Mondo abbiamo fatto meglio. Ma in fondo abbiamo ottenuto anche due quarti posti che sono risultati discreti nello sci. E poi c’è veramente tanta concorrenza. Non sempre è possibile essere ai vertici.

Quali traguardi si prefigge per il futuro?

Mi piacerebbe vincere la Coppa di specialità e fare buoni risultati anche in gigante. Poi spero di mantenermi ad alti livelli.

 

Che rapporto ha con la sua terra, le sue radici?

Bellissimo. Sono molto legato alla mia terra. Gli Appennini rappresentano qualcosa di speciale per me.

 

L’emozione più grande?

La festa che mi hanno fatto a Razzolo, il mio paese, quando sono tornato. Un’emozione fantastica, che ricorderò per tutta la vita. Che bella visione aver visto gli Appennini dopo tanto tempo che mancavo da casa.

 

E’ anche tifoso della Juventus…

Si sono tifoso della Juventus. Ammiro in particolare Alessandro Del Piero. E’ straordinario.

 

Altre cose che le piace fare al di là dello sci?

Mi piace leggere. E poi rilassarmi vicino a casa mia, a Razzolo. Sì devo ammetterlo, le mie radici sono una cosa molto importante per me…


(Franco Vittadini)