Si comincia. Oggi, 28 marzo, con la Gand – Wewelgem, parte la stagione delle grandi classiche del nord. Dopo la disputa della Milano –Sanremo, vinta dallo spagnolo Freire, il ciclismo mondiale va in nazioni importanti a livello storico di questo sport come Belgio, Francia e Olanda. Per parlare di questo e altri temi legati al mondo del ciclismo, abbiamo intervistato, in esclusiva per ilsussidiario.net, Moreno Argentin vincitore di 4 Liegi – Bastogne – Liegi, 3 Freccia Vallone, 1 Giro delle Fiandre. Oltre che 1 Giro di Lombardia e due Campionati Italiani e un Campionato del Mondo.



Argentin è arrivato finalmente il momento delle grandi classiche del nord. Cosa bisogna fare per affrontare bene queste gare?

Innanzitutto prepararsi al meglio sia sul piano fisico che su quello psicologico. Sono infatti corse molto impegnative dove, oltre allo sforzo agonistico, bisogna essere preparati anche ad un clima ed a una temperatura molto diverse dalle nostre. Poi bisogna correre concentrati con la determinazione di fare bene e la voglia di andare fino in fondo, puntando a ottenere un ottimo risultato.



Questi sono i “segreti” per vincere queste corse?

Sì, sapendo poi che, soprattutto in un ciclismo globalizzato come quello attuale, la concorrenza è ancora più ampia…

Noi italiani veniamo da un 2009 deludente: neanche un successo in Coppa del Mondo…

E’ una questione di cicli. Non si può sempre primeggiare, ci sono momenti migliori e momenti meno belli, è la legge dello sport e anche della vita.

Forse perché non c’è più Bettini…

Di campioni come lui non ne nascono tanti. E’ stato un fuoriclasse ma non si può pretendere che i fuoriclasse nascano sempre nella stessa nazione…

Chi tra gli italiani può recitare un ruolo da protagonista in queste classiche?

Pozzato ha delle ottime chances di fare bene, lui potrebbe essere un sicuro protagonista di queste classiche del nord.

Chi saranno i suoi avversari più temibili?

Certamente metto tutti i corridori belgi iniziando da Gilbert e Boonen.

 

E Freire?

Freire è sempre un campione, in grado di fare ottime cose nelle corse di un giorno.

 

Cosa ne pensa del ciclismo di questi anni?

Penso che anche se sta cambiando molto e si sta, appunto, globalizzando, deve cercare di rimanere attaccato alla tradizione per avere ancora il suo fascino. quelle corse che sono entrate nella leggenda di questa disciplina. Con tutto il rispetto per una San Sebastian- San Sebastian, un Fiandre, una Roubaix hanno qualcosa di più bello, di più suggestivo. Sono gare che sono entrate nel cuore dei tifosi, rappresentano un patrimonio importante. Nella bacheca di un corridore sono queste le vittorie che contano…

 

Nuove nazioni si affacciano comuque alla ribalta, l’ ultimo campione del mondo è Evans e i prossimi Mondiali si disputeranno proprio nella sua nazione di nascita, l’Australia…

Questo è buono, perché l’espansione del ciclismo in tutto il mondo è cosa positiva per tutto il movimento, l’importante è rimanere comque legati anche alle nazioni che hanno fatto grande questo sport.

 

In che senso?

Nel senso che ancora adesso la maggior parte dei campioni, dei personaggi del ciclismo si allenano e si preparano in Europa.

 

Vedrebbe bene una gara importante in futuro, per esempio, in Cina?

Perché no, ripeto. Il ciclismo inevitabilmente si corre in nazioni sempre nuove…

 

Ha nostalgia dei tempi passati , delle vittorie importanti come il Campionato del mondo?

Fa sempre piacere ricordare le cose importanti che ho fatto, so di essere entrato nel cuore degli sportivi per tutto questo. Ma vivo tranquillamente il presente, senza particolare nostalgia.

 

(Franco Vittadini)