Carlo Recalcati da giocatore è stato una bandiera di Cantù con cui ha giocato dal 1962 al 1979, vincendo due Scudetti, tre coppe Korac, tre Coppe delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. Come allenatore ha condotto infatti Varese, la Fortitudo Bologna e Siena alla conquista dello scudetto. Insieme a Valerio Bianchini è l’unico allenatore ad essersi aggiudicato tre scudetti con tre squadre differenti e come tecnico della Nazionale ha portato gli Azzurri al secondo posto alle Olimpiadi di Atene del 2004. Con lui abbiamo fatto il punto sul basket azzurro, in esclusiva per ilsussidiario. net.



Recalcati, come giudica il momento del basket italiano?

Certamente è un momento difficile. Il fatto di non esserci qualificati agli Europei del 2009 lo dimostra. Certo c’è stato un vuoto generazionale tra campioni come Gentile e Galanda e quelli che sono venuti dopo. Anche a livello di club facciamo fatica, visto che Siena non si è neanche qualificata per le Top 16 di Eurolega.



Quali sono i motivi di questa crisi?

Stiamo pagando anche il fatto che, dopo la legge Bosman, tante società non abbiano più investito sui vivai, così siamo rimasti spiazzati e stiamo pagando le conseguenze. C’è anche da dire che la concorrenza in Europa è aumentata con l’affacciarsi di nuove nazioni alla ribalta.

Chi vede al vertice del basket europeo?

Certamente la Spagna, la Grecia e la stessa Serbia. La Spagna merita di ospitare il Mondiale 2014 (battendo Cina e Italia)sicuramente il suo movimento è al vertice in Europa, anche come impianti e club. Infatti penso che soprattutto il Barcellona e poi il Real Madrid siano le squadre migliori del Vecchio continente insieme alle due compagini elleniche dell’Olympiakos e del Panathinaikos.



Non pensa invece che la dittatura incontrastata di Siena nel campionato italiano tolga interesse a questo sport, almeno in Italia?

Questo può anche essere vero ma va sottolineato come questa società stia operando in maniera perfetta e ottenendo i risultati che si merita. Sta facendo meglio di Roma e della stessa Milano, le squadre che potrebbero infastidirla: il progetto Armani, per esempio, ogni anno viene ridiscusso e questo non aiuta la formazione lombarda.

Ma Pianigiani è il tecnico ideale per guidare la Nazionale?

Ho lavorato con lui a Siena. Posso dire che è veramente bravo. E’ certamente un tecnico che può dare un contributo molto positivo alle sorti della Nazionale.

 

Meglio puntare sulle grandi città o sui piccoli centri?

Ci devono essere tutti e due. Sia grandi piazze come Roma e Milano, che piccoli centri come Caserta e Montegranaro che stanno facendo bene. La pallacanestro italiana deve essere una sintesi tra queste due dimensioni.

 

Tornando alla Nazionale, ci qualificheremo per le Olimpiadi del 2012 a Londra?

Ripeto, il primo problema è centrare la qualificazione per gli Europei del 2011 evitando di incappare in altre brutte figure. Il resto è una conseguenza visto che questa competizione deciderà le squadre qualificate per Londra 2012. La geografia del basket è molto cambiata e si è assistito alla comparsa di nazionali che prima facevano molta fatica. Parlo ad esempio della Gran Bretagna e della Polonia che sono cresciute molto e che hanno colmato il gap che avevano con l’Italia.

 

Come giudica invece i tre giocatori italiani che giocano nell’Nba, Gallinari, Bargnani, Belinelli?

La loro presenza in Nba è molto positiva e in questa stagione sono certamente migliorati. Però, prendiamo ad esempio il caso di Gallinari. Lui gioca in una franchigia importante come quella dei New York Kinicks che ormai sono fuori da tempo dalla lotta dei playoff. Questo non aiuta Gallinari che così non è abituato a lottare per i vertici del basket usa. Attenzione perché in questa condizione spesso si è portati a giocare più per se stessi che per la squadra. Un fatto decisamente non positivo.

 

Parliamo invece delle altre "sue" squadre, Cantù, Varese, Fortitudo…

Cantù riesce a mantenersi sempre tra le migliori del basket italiano, merito di una dirigenza che fa scelte oculate e intelligenti. Varese sta facendo fatica ma è tornata ad alti livelli dopo la retrocessione, forse adesso c’è un po’ di concorrenza con la squadra di calcio che sta lottando per venire in serie B. La Fortitudo sta cercando di risalire posizioni migliori. Quello che comunque caratterizza queste società è l’attaccamento di un pubblico che non ha mai smesso di stare vicino alla squadra, sono club che hanno fatto la storia del basket italiano. E non è cosa da poco.

 

Come vede il futuro del basket del futuro, si affacciano alla ribalta nuovi paesi come la Cina o l’Africa…

Premetto che vedo ancora primeggiare l’Europa e il l’America. Credo più nella Cina per l’interesse mediatico che potrebbe avere il basket in questa nazione. Penso infatti che prima o poi i Mondiali arriveranno da queste parti. Anche peer quanto riguarda l’Africa il miglioramento c’è stato…

 

(Franco Vittadini )