CALCIOPOLI – A due giorni dall’udienza di Napoli torna a parlare Luciano Moggi e lo fa ai microfoni di Canale 5 ospite della trasmissione condotta da Federica Panicucci Mattino 5. L’ex direttore generale della Juventus commenta le “nuove” intercettazioni: «Tutto quello che è emerso adesso c’era anche prima – confessa – probabilmente nessuno lo ha potuto tirare fuori. Evidentemente quello che faceva la Juventus e che facevano Moggi e Giraudo era influente sui risultati, mentre quello che facevano altri no. Se si dovessero confrontare le telefonate si vede tranquillamente che sono molto più problematiche le telefonate degli altri che quelle della Juventus». Un Moggi che si sente accusato solo perché vinceva: «Sono stato accusato perchè la mia squadra vinceva e vinceva perchè era la più forte. Se avesse perso qualche partita in più tutto questo non si sarebbe verificato».

Si passa quindi ad analizzare la posizione dell’Inter: «Adesso si attaccano un po’ al ‘fumo della pipa’. Il problema non è quello che il nome di Collina lo ha fatto Bergamo o l’ex presidente dell’Inter. Influente è quello che ha fatto l’ex presidente dell’Inter: ha chiamato il designatore, e poi diceva anche mettimi il numero uno, io queste cose non le ho mai fatte. I miei avvocati hanno dato 75 intercettazioni da verificare e che il presidente del tribunale si è riservato di acquisirle. Cosa dimostreranno? Che tutti parlavano con tutti». Moggi prosegue: «Ieri sera l’ex segretario generale della Uefa Aigner ha detto che se quello che è emerso adesso fosse emerso nel momento in cui è stato fatto questo processo, ed è stato dato lo scudetto all’Inter, probabilmente la Juventus era la società che non retrocedeva».

Un parere sullo Scudetto 2005-2006: «L’Inter dovrebbe restituire lo scudetto? Certamente all’Inter non spetta, su questo non c’è dubbio. Io ho detto, facendo una battuta, che se tolgono lo scudetto all’Inter dovrebbero darlo al portiere di casa mia, in modo che lo tenga in custodia». Moggi spera di dimostrare di essere innocente: «Cosa mi aspetto? Io non mi aspetto niente, solo di difendermi e dimostrare che non sono colpevole di niente. Io mi aspetto di finire questo processo inquinato da tante cose anche dall’occultamento di molte di queste telefonate. Il comportamento che è stato tenuto da tanti è quello mettiamo all’indice una società e delle persone e noi stiamo qua e facciamo tutto quello che vogliamo. Vediamo quello che succederà. Occultare non significa fare emergere le verità e siccome le verità ci sono…Hanno voluto il processo? Adesso il processo ce l’hanno».