A margine della grandissima impresa dell’Inter c’è tempo anche per polemizzare e il protagonista delle polemiche è sempre lui, Mario Balotelli. Il giovane attaccante, entrato nella ripresa, è stato imbeccato dal pubblico per il suo atteggiamento di sufficienza in seguito a due palle perse negli ultimi minuti di gioco che sarebbero potute costare caro. Inizia così un battibecco a distanza durante l’incontro fra il giocatore e una parte della curva. Al fischio finale, poi, Balotelli scaglia platealmente la maglietta per terra infuriato per i continui insulti che piovono dagli spalti.



Commenta l’accaduto Josè Mourinho: «Sono all’Inter dal 2008 e ho subito miliardi di cazziatoni (lo dice in portoghese) su come educare questo potenziale straordinario talento. Tutti illuminati in Italia… Ha fatto una cosa brutta in un serata indimenticabile per l’Inter. Si giocava una delle due gare più importanti di questa stagione in Europa, e lui è riuscito a fare una cosa veramente pessima. In ogni modo, visto che questa sera si è risparmiato, sabato giocherà contro l’Atalanta. Lo mando in campo e spero che i tifosi riescano a fargli capire che cosa vuol dire giocare in una grande squadra».



L’ad Paolillo condanna il gesto: «Balotelli è stato pessimo, prenderemo provvedimenti». Il patron Moratti minimizza: «E’ un ragazzo. Ormai la cosa è capitata e io sono troppo contento per la vittoria. Ma sono certo che questa lezione può essergli molto utile». Nello spogliatoio volano parole grosse, si parla anche di spintoni fra Balotelli e Materazzi. Ed è proprio quest’ultimo che viene accusato da Ibrahimovic: «I miei compagni non avevano mai visto una cosa del genere – spiega lo svedese – non avevano mai visto un giocatore scagliarsi così contro un compagno. E’ quello che ha fatto Materazzi. Tu hai vinto, devi essere orgoglioso, non attaccare i compagni. Vai a festeggiare in mezzo al campo. Se l’avesse fatto con me, l’avrei lasciato a terra in due secondi». Conclude capitan Zanetti: «Difficile commentare un gesto simile. Mario deve capire ancora molte cose, e a fare bene quello che sa e cioè giocare. L’appoggio del gruppo non gli è mai mancato. I fischi vanno accettati, soprattutto in un momento in cui i tifosi stavano soffrendo con noi».