Poche spese, tante idee, risultati inaspettati. Roma-Sampdoria non è solo il big-match di giornata, ovvero la chiave di volta sulla doppia corsia scudetto-Champions League. E’ anche l’esaltazione di due società che hanno fatto bingo all’insegna dell’oculatezza: necessaria per la Roma, visti gli irrisolti problemi finanziari di Italpetroli (controllante della società giallorossa); imposta per la Sampdoria, considerata la tradizionale parsimonia decretata da Riccardo Garrone dopo aver speso (e tanto) per riportare il club in serie A. E quindi: cessioni eccellenti, affari a parametro zero, prestiti e giovani.
Prendete la Roma. In estate ha concesso fiato alle casse cedendo Aquilani al Liverpool, poi ha preso Burdisso in prestito dall’Inter e Toni in prestito dal Bayern, Julio Sergio è uno straordinario parametro zero, De Rossi e Totti arrivano dal vivaio. Prendete poi la Sampdoria: Storari è un prestito del Milan e Guberti della Roma, Lucchini e – soprattutto – Palombo due parametri zero, Poli è costato un milione e sarà una plusvalenza coi fiocchi, identico discorso per Pazzini, pagato 9 milioni alla Fiorentina e oggi valutabile almeno il doppio.
Non a caso sarà il pezzo pregiato da mettere sul mercato estivo. Destino che invece non coinvolgerà Cassano, altra operazione da applausi e pronto a restare a vita in blucerchiato: la Sampdoria verserà un indennizzo al Real Madrid (da dove il barese è arrivato gratuitamente) unicamente in caso di cessione ad altra società. E i giovani? Basti ricordare Marilungo, che sta mostrando meraviglie a Lecce, per capire come la società blucerchiata stia lavorando sulla lunga distanza. Azzardi o mosse oculate, fate voi. Resta la sostanza di una Roma che lotta inaspettatamente per lo scudetto e di una Sampdoria pronta a occupare a sorpresa l’ultima posizione utile per la Champions.
Due esempi per tutti gli altri club italiani, tenuti ad avere questi punti di riferimento per sopravvivere in un calcio che troppo ha speso in passato. Tutti gli altri club meno uno: quell’Inter che ha sacrificato Ibrahimovic, è vero, ma che può permettersi sontuosi investimenti grazie alla munificenza di Moratti. E che può quindi, non a caso, sopravvivere tra le grandi d’Europa. ha juventus la anche speso. Qualcuno può obiettare: vero, ma un conto è spendere e un conto è spendere bene. Non a caso, la società bianconera si appresta a rimettere pesantemente mano al portafoglio per ricostruire la squadra. Sotto la supervisione – guarda un po’… – di Giuseppe Marotta, pronto a lasciare proprio la Sampdoria dopo otto anni di soddisfazioni, non solo personali, e dopo aver mostrato con mano come si debba lavorare.