Ci sono voluto degli ex giallorossi per sconfiggere la Roma stellare di Claudio Ranieri. Gigi Del Neri (personalità) e Antonio Cassano (un assist) hanno trascinato al successo una Sampdoria prima in svantaggio, poi saldamente in sella al match, grazie ad una prestazione di fortuna, determinazione e grinta, corroborata dal goleador Pazzini. La Roma in versione turbo/alta velocità ha dovuto arrestare all’Olimpico la sua corsa fatta di 24 risultati utili consecutivi anche se, a giudicare dai 90 minuti di domenica sera, non sembrava affatto essere giunta al capolinea. I 60mila presenti possono testimoniare.



Il primo tempo dei giallorossi ha rappresentato un autentico capolavoro: i 45 minuti più belli e divertenti del campionato con i sommi poeti Totti e Menez ispiratissimi ed un Vucinic sempre pronto a cavalcare la fascia puntando la porta avversaria. La Roma del primo tempo ha dominato e annichilito una Samp timida e impaurita, vittima del gol di Totti (l’undicesimo in campionato) e di una lunga serie di attacchi non capitalizzati a dovere dai giallorossi.



E proprio le tante occasioni mancate nel primo tempo, unitamente a qualche leggerezza, sono costate ai giallorossi la rimonta della Sampdoria che, grazie a due guizzi del “solito” Pazzini, ha riagganciato il pari per poi mettere il naso in avanti e riacciuffare quarto posto e Champions in una sola, magica serata. A poco sono valse le pur azzeccate mosse tattiche di Ranieri: fuori Perrotta e Cassetti, dentro Toni e Taddei. La Roma offensiva e grintosa con sprint e artiglieria pesante ha trovato tante, troppe difficoltà negli arrembaggi del secondo tempo dove la Samp ha concesso sempre meno spazi ai giallorossi non sempre lucidi in fase di realizzazione. Perdipiù Totti e company si sono trovati davanti una saracinesca di nome Storari che ha parato senza paura le innumerevoli bordate giallorosse.



 

Non è bastata la prova corale dell’attacco giallorosso (Totti e Menez su tutti) per restituire il vantaggio e il sorriso all’undici di Ranieri tanto che, a fine gara, sul volto di Mexes e Cassetti seduti in panchina sono spuntate le lacrime, figlie di un rammarico per un sogno scudetto inseguito e amato con cura e dedizione nell’arco di questo straordinario campionato. Le lacrime dei giocatori, gli sguardi bassi, la voce quasi commossa di Rosella Sensi e l’abbraccio caloroso dell’Olimpico che, a fine gara, ha continuato ad applaudire i suoi beniamini. Perché, nonostante la defaiance di domenica, il bilancio di questo girone e del campionato giallorosso non può che essere sorprendente, di quelli che mai nessuno si sarebbe immaginato. Tifosi compresi.

 

L’amaro in bocca per la sconfitta, che si traduce nel secondo posto, è ancora di più perché rappresenta l’esito immeritato di una partita giocata ad alti livelli nel corso della quale la formazione di Ranieri ha mostrato tutta la sua voglia di vincere, meritando i tre punti ma, un po’ per le occasioni perse, un po’ per la sfortuna e la prontezza della Sampdoria, si è ritrovata senza nulla in tasca, raccogliendo meno di quanto seminato. E tralasciando una direzione arbitrale (3 episodi da rigore) che, analizzata a freddo, non può ritenersi la migliore possibile per un big match del calibro di Roma-Samp . Ma questa è un’altra storia. Ora il campionato va onorato fino in fondo, nelle prossime tre giornate, nonostante tutto, perché questa Roma, a prescindere dai calcoli, ha parlato di calcio da vera maestra e lo ha fatto con il cuore e con i gol.

 

(Marco Fattorini)