Non posseggono la capacità verbale e l’abilità mediatica di Josè Mourinho ma, nella sostanza, hanno null’altro da invidiargli. Perché Delio Rossi e Gigi Del Neri sono eccellenti maestri di calcio e, nel loro piccolo (leggi: possibilità sul mercato), hanno sempre dato e ottenuto il massimo,: più offensivo, il primo, iversione riveduta e corretta di Zdenek Zeman; più difensivo il secondo, un modo di essere evidenziato fin dalla prima esperienza con il Teramo, un ventennio fa. Gente che ha saputo appassionare i luoghi in cui sono stati: a Salerno rimpiangono il calcio di Rossi, al Chievo ringraziano gli anni del miracolo firmato Del Neri. Bello e giusto che i due si trovino oggi di fronte in un Palermo-Sampdoria che vale un quarto posto di Champions League e un preliminare di Champions.
Perché si tratta di due invitate magari inattese ma totalmente meritevoli, con i blucerchiati che possono godere di un minimo vantaggio di due punti. Rossi mette sul piatto un sistema di gioco collaudato, quel 4-3-1-2 che ha mandato in soffitta gli esperimenti di Walter Zenga e ridato un volto preciso ai rosanero.
Un assetto in cui è giusto esaltare le qualità offensive del trio Pastore-Cavani-Miccoli ma dove la differenza la stanno facendo gregari quali Cassani e Balzaretti in fascia e Nocerino in mezzo: guarda caso, una rinascita quando Rossi ha avuto l’intuizione di riproporlo a sinistra, come al Piacenza. Una conoscenza del calcio e degli uomini identica a quella di Del Neri. Prendete Cassano: tra scontri veri o presunti, alla fine il tecnico ha ottenuto ciò che voleva. Per lui il barese è una punta e, da quando è tornato ed è stato utilizzato in questo ruolo, proprio Cassano ha fatto la differenza, con sei reti nelle ultime otto giornate.
E la Sampdoria è ripartita, con cinque vittorie consecutive che l’hanno nuovamente issata al quarto posto. Miccoli-Cassano, Sirigu-Storari, Liverani-Palombo ma, soprattutto, Rossi-Del Neri, come sanno bene i presidenti: non a caso Zamparini ha messo sotto contratto il tecnico fino al 2012 mentre Garrone sta lavorando per tenere il suo allenatore anche la prossima stagione. Anche perché la Sampdoria, perdendo un elemento decisivo come l’ad Beppe Marotta, avrà bisogno di un punto di riferimento sicuro da cui ripartire.