E’ Serie A dopo 5 anni anni. Il Brescia ritorna nella massima serie dopo un lustro di purgatorio, grazie a una gara perfetta disegnata da Beppe Iachini, che pure doveva sopperire alle assenze di Budel e Mareco, squalificati. Nei primi 20 minuti i biancazzurri hanno lasciato sfogare il Toro, poi hanno cominciato a prendere in mano la partita andando vicini al vantaggio prima con Caracciolo e poi con Cordova (traversa). Ci ha pensato Davide Possanzini a segnare il gol del vantaggio con un destro a giro che si insacca alla sinistra di Morello. Il Toro è frastornato e nella ripresa arriva il raddoppio con Caracciolo su rigore. A nulla serve il gol di Arma nel finale. Ora, dopo i festeggiamenti, Gino Corioni dovrà mettersi intorno a un tavolo e ricostruire l’assetto societario del Brescia.
Dopo l’addio di Maurizio Micheli, manca nella società della Leonessa la figura di un direttore sportivo. L’impressione è che verrà affidato a Gigi Maifredi il ruolo di direttore generale, ma affidargli anche la carica di direttore sportivo è una scommessa troppo impegnativo per l’ex allenatore bianconero. Serve un uomo che conosca le pieghe del mercato, che sappia trattare e costruire con pochi soldi una squadra che possa lottare per non retrocedere. Il nome che circola potrebbe essere quello di Gianluca Nani. L’ex ds del West Ham ha un solido legame con Corioni e anche ieri era in tribuna al Rigamonti. Ha voglia di rimettersi in gioco e ieri a fine partita confabulava fitto fitto con Tullio Tinti, il numero uno dei procuratori. A Brescia c’è da costruire una società solida e meno “a gestione familiare”.
Il Toro invece? Questo è l’ennesimo anno di sofferenze e di patimenti: doveva essere serie A invece la realtà dice che sarà B. Nonostante le critiche e gli errori compiuti il Torino può ripartire solo da Urbano Cairo. L’imprenditore alessandrino dovrà in queste settimane fare un passo indietro dal punto di vista decisionale e lasciare a chi si intende di calcio le chiavi della ricostruzione. Puntare su Petrachi e mettere nei luoghi chiavi persone capaci, rifondando anche un settore giovanile lasciato sempre più ai margini societari. Cairo dovrà aver l’umiltà di capire gli errori compiuti e lasciare la palla a chi mastica calcio da anni. Colantuono ha lasciato e Franco Lerda, ieri in tribuna al Rigamonti, è pronto a prendere in mano il testimone. Il Toro poi la sua forza ce l’ha già in casa: i suoi tifosi. Anche ieri straordinari, magnifici. Sotto di due gol in 3500 cantavano e sostenevano la squadra e alla fine hanno lasciato in silenzio, senza incidenti, Brescia. Loro sì che sono da Serie A.
(Francesco Montini)