Il Mondiale non ha ancora trovato la sua stella: non s’è visto il campione assoluto che possa lasciare il segno, come in passato. Di Cristiano Ronaldo si ricordano le punizioni sballate e i gridolini d’eccitazione delle figliole ogni volta che tocca palla, come capita alle adolescenti che affollano oggi i concerti dei Tokio Hotel, come capitava alle loro mamme dividendosi tra Duran Duran e Spandau Ballet. Di Kakà non si sono ricevuti segnali di vita, tranne la polemica doppia ammonizione contro la Costa d’Avorio. Leo Messi s’è maggiormente impegnato ma al gol sono andati gli anziani Palermo e Heinze e il madridista Higuain. Detto questo, si possono però cogliere comunque elementi interessanti. Nel Portogallo eccelle sulla fascia sinistra Fabio Coentrao, 22 anni, del Benfica, società che l’aveva preso giovanissimo dal Rio Ave per poi mandarlo via in prestito dopo seri problemi di adattamento. Quest’anno il giocatore ha però trovato in Jorge Jesus l’uomo della svolta che, da attaccante, l’ha reinventato terzino sinistro, con ottimi risultati perché, oltre a tecnica da punta, Fabio Coentrao ha rivelato anche ottime qualità difensive.
Cambio di ruolo anche per Keisuke Honda, 24 anni. Nel Cska Mosca gioca da centrocampista, qui il ct Okada l’ha trasformato in centravanti, venendone ripagato: la rete della vittoria contro il Camerun e la punizione del vantaggio sulla Danimarca sono state perle decisive per arrivare agli ottavi. Il Cile si aggrappa invece alla fantasia di Jorge Valdivia, 27 anni, oggi all’Al Ain negli Emirati Arabi. In patria aveva fatto le fortune del Colo Colo insieme con Sanchez, Suazo, Fernandez e Vidal, tutti gente che Marcelo Bielsa ha portato in Nazionale. Risultati eccellenti, visto che il Cile ha superato il primo turno grazie a un gioco offensivo di assoluto livello.
Eren Derdiyok e Gervinho hanno invece lasciato anzitempo il torneo. Centravanti di origine curda della Svizzera, il primo, 22 anni e oggi al Bayer Leverkusen. S’è fatto notare per la potenza fisica unita al coraggio che ne fanno un attaccante di altri tempi. Gervinho è stata la spalla di Didier Drogba nel Camerun: 23 anni, una capigliatura singolare, gioca nel Lille dopo essere uscito dalla storica accademia di Abidjan gestita da Jean-Marc Guillou. Ha agilità, tecnica e dinamismo. Pochi minuti nella Serbia per Gojko Kacar, 23 anni, nipote di medaglie d’oro e d’argento nella boxe olimpica. Quest’anno è stato travolto dalla retrocessione dell’Hertha Berlino, ma viene considerato centrocampista di prospettiva. E nella Bundesliga (in cui sono ottimi protagonisti elementi applauditi anche in Sud Africa come Mesut Ozil e Sami Khedira) gioca Eljero Elia, 23 anni, nell’Amburgo. Nell’Olanda fa panchina dietro a eccellenti interpreti della fascia come Robben, Kuyt e Van der Waart, ma quando è stato utilizzato ha mostrato velocità e idee mai banali.