Fra le tante voci di questi giorni che hanno commentato l’eliminazione dell’Italia, si alza quella di Luciano Moggi, che, intervistato in esclusiva da il sussidiario.net, con il consueto stile sarcastico e pungente dice la sua sulla nazionale di Marcello Lippi. In un Mondiale dai valori mediocri, l’ex direttore generale bianconero individua il responsabile numero uno: la Federazione, che non crea le condizioni per lavorare al meglio: troppi stranieri nei settori giovanili. Difficile dargli torto. Un altro punto contestato da Moggi è la scelta sbagliata di alcune persone: Abete, per esempio, «non ha nulla da chiedere al calcio».
Si aspettava un Mondiale di così basso profilo da parte dell’Italia?
Intanto mi piace dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo della vigilia.
Vale a dire?
Volevamo evitare l’Olanda e ci siamo riusciti (ride, nda). Sì, mi aspettavo questo Mondiale. Anche se devo dire che in generale mi sembra tutto di basso profilo. L’Italia è arrivata a un cambio generazionale, ma non ha a disposizione la stessa qualità. Purtroppo è difficile trovare la qualità se le squadre non investono nel settore giovanile e non creano prodotto. Nella finale del 2006 la Juve tra Francia e Italia aveva in campo ben 9 giocatori: c’erano i francesi, ma c’erano anche gli italiani perché la Juve guardava con attenzione ai giocatori di casa nostra. Oggi, invece, l’Inter che vince tutto nella formazione titolare ha solo undici stranieri. E questi sono i risultati.
Con il senno di poi, lei avrebbe accettato la sfida di Lippi? Dopotutto aveva lasciato da trionfatore…
Quando Marcello decise di tornare in nazionale, mi permisi di dire che sarebbe stato una sorta di ombrello o parafulmine per la Federazione. Non si ritorna mai sul luogo del delitto, figurarsi quando si vince.
Quale può essere il futuro di Lippi?
Adesso farà due o tre mesi di mare… Lippi non ha certo problemi a trovare una squadra. Comunque continuo a sentire che le colpe sono di Lippi, ma io non sono d’accordo.
Ci sono altri colpevoli?
Tutti incolpano Lippi, ma io incolpo chi è responsabile di questa situazione: la Federazione.
Perché?
Se prendiamo ad esempio una squadra di Allievi, vediamo che ci sono 6/7 stranieri: è questo il male del calcio italiano. L’allenatore della nazionale non può nulla, se non ha a disposizione del materiale.
Secondo lei, quindi, Lippi non ha sbagliato nulla? Si parla tanto di Cassano e Balotelli…
Mi ricordo che quando l’Italia uscì nel Mondiale in Argentina per alcune papere di Zoff (considerato allora alla stregua di Buffon oggi, nda), in molti sostenevano che avrebbe dovuto giocare la riserva Paolo Conti. Se ci fossero stati Balotelli e Cassano, non sarebbe cambiato nulla; all’Italia mancavano difensori e centrocampisti.
In attacco, però, abbiamo fatto fatica…
Sì, ma non servivano i Cassano o i Balotelli, ma attaccanti come Messi e Villa: l’Italia, però, non possiede giocatori con queste caratteristiche.
Adesso l’1 luglio inizia l’era Prandelli. Il Ct di Orzinuovi dovrà azzerare tutto?
Non vorrei essere nei panni di Prandelli. La Federazione deve cambiare. Mi sembra di poter fare un parallelo tra la dirigenza del passato della Juve e quella odierna, confrontandola con quella della nazionale di ieri e di oggi. Nessuno è capace di inventarsi qualcosa. Blanc veniva dal Roland Garros, Secco faceva il team manager e i risultati si sono visti. Abete non ha nulla da chiedere al calcio. Non essendo preparato, ha preso l’addetto stampa Antonello Valentini e l’ha promosso direttore generale. Ma allora cosa si vuole pretendere? La Nazionale è come un grande club dentro la Federazione che è ricca. Ci vuole, quindi, qualcuno capace di amministrarla economicamente e qualcuno in grado di gestirla a livello sportivo.
(Luciano Zanardini)