CALCIOMERCATO MILAN – Dopo 10 anni lascerà per sempre Milanello uno dei giocatori indubbiamente più chiacchierati delle ultime stagioni. Stiamo parlando di Nelson Dida il portiere brasiliano già ribattezzato il “fenomeno-brocco”. Incredibile la storia di questo calciatore che all’esordio col Milan, nel 2000, fu protagonista della prima storica “didata” contro il Leeds. Due anni dopo, nel Milan di Ancelotti, il buon Carletto fu costretto ad inserire il brasiliano per un infortunio ad Abbiati. Da allora, fino al 2005, si è giocato lo scettro di miglior portiere al mondo insieme a Gigi Buffon.



Incredibili quei tre anni giocati ad altissimi livelli in cui sembrava ipnotizzasse gli avversari. Storici i rigori parati in finale di Champions contro la Juve nel 2003, ma anche le memorabili parate contro l’Inter negli euroderby o contro l’Ajax quando l’allora giovanissimo Ibrahimovic non sapeva più da che parte tirare per gonfiare la rete. Poi ritornò il buio fino ad una luce fioca intravista questa stagione con Leonardo, l’amico e fidato compagno che decise di ricredere per l’ennesima volta nel portiere verdeoro.



Dida se ne va dopo 10 anni dopo aver vinto tutto e precisamente 1 scudetto, 2 Champions League, 2 Supercoppe d’Europa, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa Italia, 1 Fifa World Cup. Di lui ne parla un gran bene uno che lo conosce da vicino, lo storico portiere della nazionale brasiliana Taffarel: «Di questi ragazzi della nuova generazione, Dida è quello che conosco meglio — dice il campione del Mondo del 1994 — perché ho fatto in tempo a incrociarlo in Nazionale. Lui mi diceva che mi considerava un maestro, perché ho aperto la strada in Italia. Ma la verità è che Dida, così come gli altri arrivati dopo, da Julio Cesar a Julio Sergio, hanno mezzi fisici molto superiori a quelli che avevo io. Con Dida in questi anni mi sono sentito, saltuariamente, soprattutto nei momenti più difficili, quando ha dovuto subire tutte quelle critiche. Ho sempre fatto il tifo per lui, per simpatia personale, perché è una brava persona e un bravo portiere. Che ha fatto degli errori: ma non esiste un portiere che non commette errori».

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