CALCIOMERCATO – Vero che la coppa del Mondo distrae ancora. Ma, a memoria di giornalista, non si ricorda un mercato così asfittico a luglio inoltrato, con molte squadre pronte a partire per il ritiro ma ancora tutte da costruire. Bloccate le grandi: Inter non pervenuta, Roma alle prese con una complicata transizione dalla famiglia Sensi a un nuovo futuro, Milan avvitato intorno ai problemi creati dal portafoglio chiuso della famiglia Berlusconi, Sampdoria felice di aver finora confermato il gruppo della passata stagione. Una situazione (nerazzurri esclusi, vista la base da cui partono) che ingolosisce chi ha finito a ridosso delle prime quattro posizioni.
Inevitabile che si muovesse la Juventus, non avrebbe potuto essere altrimenti dopo le macerie che hanno disseminato l’ultima stagione. Però, come si è già detto, manca ancora il colpo d’ala a un mercato finora fatto più per assecondare i desideri di Del Neri che non le aspettative dei tifosi. Non appaiono quindi fuori luogo le parole di Maurizio Zamparini quando afferma che il Palermo potrebbe puntare al secondo posto. Parole cui seguono fatto conseguenti, visti i movimenti in entrata (l’arrivo di Maccarone, la conferma di Miccoli, l’attivismo sul mercato estero) e in uscita (il denaro fresco derivante dalla cessione di Kjaer al Wolfsburg). Un attivismo che, secondo abitudine, prende la mano anche al Genoa, cui va il merito di aver finalmente portato a casa il nome di un protagonista della coppa del Mondo, dopo aver messo sotto contratto Eduardo. E l’ottimo portiere non potrebbe essere l’unico del Portogallo, visto che Enrico Preziosi ha ammesso di seguire Ruben Amorim e viene dato sulle tracce di Miguel Veloso: un terzetto mondiale che potrebbe essere corredato anche dalla forza del ghanese Boateng.
Nomi funzionali al progetto rossoblù, nomi che confermano – comunque – il secondo piano in cui è scivolato il campionato italiano da un decennio a questa parte. Da tempo è finita l’epoca dei soldi e della qualità che attiravano i più bei nomi stranieri. Oggi è il momento del realismo, con buona pace di chi già si immaginava i club italiani sulle tracce di elementi di grido internazionale. Non è un caso che questi (Gerrard oppure Lampard, lasciando da parte Messi…) non intendano assolutamente muoversi mentre le promesse vadano altrove (Di Maria al Real Madrid, Ozil si può concedere il lusso di decidere). Si deve essere realisti come il Genoa oppure capire una buona volta che soltanto l’Inter ha attualmente l’appeal per attirare qualcuno dei pochi grandi emersi in Sud Africa (Mascherano, giusto per fare un nome). Per il resto ci si deve accontentare delle sempiterne indecisioni di Luis Fabiano, del tentennare di Dzeko oppure del riscatto di Lobont. Avessi detto.