Tanti anni di carriera con un palmares sterminato. Ettore Messina è l’allenatore del Real Madrid, uno dei club storici del basket europeo. Dopo aver allenato il Cska è sbarcato in Spagna, nazione che ha sta dominando il mondo dello sport. Ha vinto il mondiale di calcio 2010 dopo aver vinto quelli di basket quattro anni, titolo che difenderanno tra agosto e settembre. 



Abbiamo intervistato Messina, in esclusiva per ilsussidiario.net, mentre si trovava per un clinic in Sardegna, una tre giorni di grande successo organizzata da Giorgio Gandolfi di Giganti del Basket, dal Comitato regionale della federbasket e dalla Scuola dello sport del Coni della Sardegna.

Messina, la Spagna è ai vertici dello sport mondiale, quali sono i motivi di questo boom?



Una struttura federale molto valida. Investimenti sui giovani, con reclutamenti fin da piccoli di ragazzi e ragazze. Un’organizzazione capillare a tutti i livelli.

Cosa vuol dire allenare un club importante come il Real Madrid?

Responsabilità e storia. E il fatto di far parte di uno dei club piiù importanti a livello mondiale

Che differenza c’è tra il basket spagnolo, quello italiano e quello russo?

Il basket in Spagna è veramente ad alti livelli. In Russia c’è una grande possibilità di scegliere tra tanti giocatori, ma non c’è una buona organizzazione. In Italia sono cambiati i tempi da quando allenavo io. Allora eravamo molto avanti. Adesso stiamo vivendo un momento di crisi.



Il basket spagnolo è quindi giustamente ai vertici?

Direi proprio di sì e ha tutte le possibilità di confermarsi campione del mondo ai prossimi campionati iridati che si svolgeranno in Turchia. Tanto più che gli Stati Uniti avranno numerose defezioni. Vedo comunque una finale Spagna – Stati Uniti, con la Grecia e l’Argentina che potrebbero entrare fra le prime quattro.

Quali sono gli obiettivi del Real Madrid per la prossima stagione? Quelli di vincere magari l’Eurolega?

Sicuramente di far bene. Ma credo che per l’Eurolega le favorite siano ancora le squadre greche, il Barcellona e il Cska Mosca.

 

Il suo futuro è quindi targato solo Real Madrid? Tornerebbe in italia?

Per ora sono qua e voglio concentrarmi su questa esperienza. In futuro chissà mi piacerebbe anche tornare in Italia. Non ho particolari preferenze per un club o un altro.

 

Nostalgia di Bologna, dell’esperienza alla Virtus?

Sono stati anni fantastici, che porto nel mio cuore.

 

Cosa dice della situazione della Fortitudo?

Una cosa triste, ma paga le colpe di certi dirigenti che hanno gestito male tutta la situazione societaria.

 

E della crisi del basket in Italia?

Stiamo, bisogna ammetterlo, vivendo un momento difficile. Sarebbe già buono qualificarci per la fase finale dei prossimi Europei.

 

Lei tornerebbe a guidare la Nazionale?

Mi sono trovato bene, conquistando anche un argento con gli azzurri. Un giorno mi piacerebbe anche ripetere quell’esperienza.

 

Che differenze ci sono tra il basket spagnolo e quello italiano a livello di pubblico?

Il basket spagnolo è il secondo al mondo dopo l’Nba. C’ è una media di 9.000 persone a partita. Palazzetti sempre pieni, copertura televisivia. Nessun clima di violenza, zero aggressività. Proprio una cosa fantastica.

 

(Franco Vittadini)