Oramai è ufficiale. La storia d’amore di Valentino Rossi con la Yamaha è finita. Lo scrive lo stesso Dottor Rossi in una lettera il cui testo è stato diffuso anche sul suo sito internet e che vi proponiamo in versione originale e integrale.
Scritta di suo pugno da Valentino Rossi. Scritta con quella grafia a volte un po’ indecisa e tremolante di chi cerca di mettere su carta emozioni vere, ringraziamenti sentiti e una punta di orgoglio. Quello di aver raccolto nel 2004 una Yamaha di seconda fila, derisa e in cui nessuno credeva. Ma che con Valentino ce l’ha fatta a tornare in vetta al mondo. E ora per Rossi una nuova sfida. Quella di rinascere, di nuovo, dalle ceneri di un infortunio, di una rottura con la più bella e vincente del motogp, come era la Honda nel 2004. Per arrivare là, dove pochissimi sono giunti prima.
Ecco il testo della lettera di Valentino Rossi di addio alla Yamaha:
«È molto difficile spiegare in poche parole ciò che il mio rapporto con la Yamaha è stato in questi ultimi sette anni. Molte cose sono cambiate da quel tempo lontano, nel 2004, ma soprattutto ‘lei’, la mia M1, è cambiata. A quel tempo era una povera moto da mezza classifica, derisa dalla maggior parte dei piloti e dagli addetti ai lavori della MotoGP. Ora, dopo essere stata aiutata a crescere e migliorare, si può vedere il suo sorriso nel box, corteggiata e ammirata, trattata come ‘prima della classe’. L’elenco delle persone che hanno reso possibile questa trasformazione è molto lunga, ma vorrei comunque ringraziare Masao Furusawa, Masahiko Nakajima e il ‘mio’ Hiroya Atsumi, come rappresentanti di tutti gli ingegneri che hanno lavorato duramente per cambiare il volto della nostra M1. Poi Jeremy Burgess e tutti i miei ragazzi nel box, che si sono presi cura di lei con amore su tutte le piste del mondo e anche tutti gli uomini e le donne che hanno lavorato nel team Yamaha in questi anni. Ora è giunto il momento di cercare nuove sfide, il mio lavoro qui in Yamaha è finito. Purtroppo, anche le storie d’amore più belle finiscono, ma lasciano un sacco di meravigliosi ricordi, tanti momenti paragonabili a quel primo bacio che ci siamo dati sull’erba a Welkom, quando mi ha guardato dritto negli occhi e mi detto ‘Ti amo’»