Il passato riappare, lo fa prepotentemente e con la voglia di tornare ad essere presente e futuro. Zdenek Zeman, grande allenatore boemo della tradizione calcistica italiana, è tornato a sedersi sulla panchina del Foggia dopo 16 anni di distanza. La sua vecchia-nuova squadra è di scena a cava De’ Tirreni per la prima di campionato di Lega Pro. I suoi ragazzi, età media 20,72 anni, vincono 3-0 in trasferta e dimostrano una buona condizione fisica, sicuramente più avanzata di quella della Cavese che infatti ha alle spalle dieci giorni di preparazione in meno. Ma è il boemo la vera star della giornata: per lui non ci sono fischi, nessuna rivalità, anzi.
La tifoseria padrona di casa srotola uno striscione in suo onore: “Zeman, ti rendiamo onore per esserti schierato contro il calcio dei potenti”, con annesso applauso al suo ingresso il campo. “E’ chiaro che dopo ottocento partite, un po’ d’esperienza c’è. Però mi emoziono ancora. Io, comunque, sono quello di sempre. Qualche capello più biondo, forse. Le novità di Baggio e Sacchi in Federazione? Non bastano due persone per salvare il calcio italiano. Ci vuole che tutto l’ambiente si renda conto dove esistano le carenze e dove intervenire per migliorarlo”.