La tessera del tifoso è uno strumento di fidelizzazione adottato in Italia dalle società di calcio, dopo una direttiva del Ministro dell’interno del quarto Govermo Berlusconii Roberto Maroni del 14 agosto 2009, che prevede verifiche della Questura al fine di identificare i tifosi di una squdra calcistica o della Nazionale di calcio dell’Italia. Nella quasi totalità dei casi è rilasciata dalla banche e dal circuito Lottomatica, oltre a costituire titolo di accesso allo stadio è una carta di credito ricaricabile e ha una validità di cinque anni. In alcuni casi è rilasciata direttamente dalle società calcistiche. Non ha un costo fisso, è generalmente gratuita per gli abbonati e coloro che l’hanno fatta entro un tempo utile, 10 euro per i non abbonatii e per coloro che hanno preferito prendersi un tempo maggoore per decidere. Proprio a causa della tessera del tifoso sono venuti fuori molti problemi con gli ultras contrari a questo provvedimento.
E’ utilizzata per seguire la propria squadra in trasferta ed entrare nei settori dello stadio riservato agli ospiti, ma può servire anche per snellire il controllo o dei documenti ai varchi, o dalle società per incrementare il merchandising. Il rapporto che si instaura tra le società sportive e il tifoso sottoscriivente è analogo a quello che c’è nel mondo commerciale, dove i dati sensibili e personali sono conservati solo dalle società e utilizzati nel rispetto dela legge sulla privacy. Secondo il Ministero degli Interni sono esclusi dal programma i condannati per reati da stadio (anche con sentenza non definitiva) entro i 5 anni successivi alla condanna e coloro che sono sottoposti a Daspo.
Permette di costituire la categoria degli spettatori ufficiali. Garantisce più sicurezza, perchè esclude i soggetti sottoposti a Daspo o a condanne per reati da stadio. Nel tempo determinerà la costituzione dei cosiì detti dipartimenti dei tifosi, applicazione già apprezzata in altre nazioni europee.